Migliorano le condizioni di Imma. "Ho pensato a mamma, papà e al mio fratello gemello"
Quella appena trascorsa in ospedale è stata una notte tranquilla per Imma, la bambina di 10 anni, estratta viva dalle macerie, ad Afragola (Foto Ansa) E, al suo risveglio, la piccola ha ricordato così le lunghe e interminabile ore sotto di detriti, nella speranza di uscirne viva. "Ho sempre pensato a mamma e papà. E anche a mio fratello gemello. Con lui stiamo insieme, giochiamo e, qualche volta, litighiamo pure". La piccola Imma ha parlato dal letto dell'ospedale "Santobono" di Napoli, dove è ricoverata e ha aggiunto: "Oggi non è un bel giorno, anche se è tutto ormai passato". La bambina, che ha resistito ben 15 ore sotto le macerie, non sa ancora della morte della nonna, Anna Cuccurullo, 75 anni, con la quale si trovava in casa al momento del crollo. Ma, con tutta probabilità, dalle sue parole, forse riesce a realizzarlo, tant'è che continua a ripetere: "Non sono contenta di come è andata a finire". Il racconto di Imma - "Stavo dormendo, non ho sentito nulla e volevo andare in bagno. Sono scesa dal letto, ma le pietre mi sono arrivate proprio in faccia. Non capivo niente. Me ne sono arrivate tante" ha raccontato la piccola, con voce chiara e decisa. "Ho pianto, ho pianto tantissimo, volevo mamma e papà. Volevo stare con la mamma, avevo tanta paura. Mi hanno poi portato via, un signore mi ha preso in braccio. Sentivo che mi faceva male il piede" ha continuato a ricordare, triste, Immacolata. "Si, ho pensato che potevo morire. Non potevo respirare e non mi potevo muovere- ha dichiarato coraggiosa- Poi mi hanno fatto un buco per respirare e mi hanno detto di non avere paura. Io ho detto che volevo un gelato alla nocciola". Ed è stato proprio l’eco di questo suo desiderio, amplificato da televisioni e giornali, che ha fatto sì che in ospedale molti cittadini si recassero per portarle ingenti porzioni di gelato. Migliorano le condizioni della bambina - Immacolata potrebbe essere dimessa per Ferragosto: i medici dell’ospedale Santobono sono infatti ottimisti in merito alle sue condizioni. "La piccola è vigile, sveglia, risponde. Ha dei dolori diffusi, ma è stata sottoposta a terapia antalgica per accompagnarla nella guarigione. Fortunatamente non ha presentato nulla di problematico" hanno riferito i dottori che si stanno prendendo cura della piccola, applaudita da una folla commossa, al momento del suo ritrovamento. Imma è ricoverata nel reparto pediatria per una "sindrome da schiacciamento al piede sinistro" ed è in fase di osservazione anche per un "trauma addominale". Gli accertamenti, svolti finora, hanno escluso qualsiasi tipo di lesione. E la prognosi iniziale dei 30 giorni sembrerebbe, a detta degli specialisti, ridursi. Papà e mamma potrebbero riabbracciare a casa la figlia anche tra una settimana. "Le sue condizioni sono migliorate- ha affermato Eduardo Rotolo, il Vicedirettore sanitario del "Santobono"- La bambina ha riposato tranquillamente, è sotto terapia e sotto l'effetto degli antidolorifici. Resterà comunque sotto osservazione per le prossime 24 ore per il trauma addominale che ha riportato e per verificare eventuali complicanze che al momento non ci sono". "Si è trattato quasi sicuramente di un cedimento strutturale" - Nel frattempo emergono nuovi e sconcertanti particolari sulle pessime condizioni della struttura. A quanto pare, il cancello della palazzina in via Calvanese 8 non chiudeva bene già da tempo e gli abitanti dell'edificio stavano pensando di sostituirlo. Nessuno si era però reso conto che si trattava di un chiaro segnale del cedimento strutturale dell'abitazione. Il particolare è emerso dalle testimonianze dei vicini e ha trovato i primi riscontri nei rilievi effettuati dei tecnici del comune, impegnati nella messa in sicurezza delle strutture pericolanti, accanto alla palazzina crollata. Le ruspe stanno lavorando alacremente per eliminare detriti e calcinacci. La strada è ancora transennata, qualcuno degli sgomberati sta portando via buste della spesa, senza dimenticarsi di lasciare ceri e fiori, legati alle transenne di protezione, a nonna Anna e a Pasquale e Katia, sposati l'8 maggio dello scorso anno, e ritrovati abbracciati sotto le macerie, uniti nel tragico destino. "C'è stato un cedimento strutturale- ha dichiarato Antonio Esposito, geometra dell'ufficio tecnico comunale - l'edificio doveva essere stato ristrutturato negli anni '60, come indicano le strutture in ferro liscio trovate nel cemento armato vecchio. Non è collassato su di sé, ma in avanti, e avrà collaborato qualche infiltrazione copiosa d'acqua. Del resto i cadaveri sono stati trovati 5 metri più avanti della linea del cancello, che lì sotto è sprofondato di un metro in avanti anch'esso».