A Milano insegne solo in cinese, scattano le prime multe

Eleonora Crisafulli

Milano è ormai piena di negozi ed esercizi commerciali gestiti da cinesi. Dalle strade periferiche alle vie del centro spopolano oasi di benessere, negozi d'abbigliamento e saloni per la messinpiega. Le insegne sono scritte spesso in caratteri cinesi ma devono essere accompagnate anche dal corrispettivo italiano. Non tutti rispettano il regolamento cittadino e nella Chinatown milanese spuntano i primi esercizi che espongono scritte solo cinesi "senza alcuna traduzione italiana in violazione dell’articolo 87 del regolamento della Polizia Urbana". E scattano le multe. In particolare gli agenti della Polizia Locale hanno sanzionato i titolari cinesi di una gioielleria in via Paolo Sarpi e di un negozio audio video di via Messina. Le multe sono scattate dopo che, appena un paio di giorni fa, il vice sindaco Riccardo De Corato aveva scritto al Comandante della Polizia Locale, Tullio Mastrangelo, per indirizzare i controlli in questa direzione.  "Ho ricevuto diverse lamentele da parte dei cittadini del quartiere - spiega De Corato - relativamente alle insegne scritte solo in cinese, che di fatto risultano incomprensibili ai molti residenti non cinesi. Una situazione che oltre a provocare disagio, crea problemi di legalità e sicurezza. Visto che dietro gli ideogrammi possono celarsi messaggi illeciti in codice per i connazionali. Basta considerare che solo a Chinatown la Polizia Locale ha realizzato 64 operazioni, dove sono emerse diverse irregolarità, da centrali della contraffazione di prodotti anche pericolosi e non a norma, a dormitori per clandestini in pessime condizioni igieniche e sanitarie, a finte erboristerie, in realtà farmacie dove si vendevano medicinali non autorizzati, a ambulatori medici clandestini a centri massaggi che fanno da paravento alla prostituzione". De Corato ricorda infine che c'è un Regolamento comunale di Polizia Urbana che "vieta l’esposizione di insegne, vetrine, cartelli, frontoni, ditte e pubblicità d’ogni specie senza l’approvazione dell’Autorità comunale e prescrive anche che le leggende devono essere in corretta lingua italiana. Si può tuttavia aggiungere la traduzione in lingua straniera purché in caratteri meno appariscenti. I controlli proseguiranno quindi anche nei prossimi giorni".