Sarkozy contro i clandestini: "Troppi diritti"
Dopo l'annunciato smantellamento dei campi rom bulgari e romeni, la Francia torna a occuparsi di sicurezza puntendo il dito contro gli immigrati regolari e non. In un lungo intervento in occasione della presentazione del nuovo prefetto di Isère, a Grenoble, il presidente Nicolas Sarkozy assicura che userà il pugno duro contro i cittadini francesi di origine straniera che creano scompiglio. Ai criminali "immigrati" che sono stati accolti nel Paese verrà revocata la cittadinanza. La cittadinanaza - Non è casuale che la proposta venga lanciata da Grenoble. Nella città del sud est di recente si sono verificati scontri tra la polizia e i giovani di una banlieue, a seguito dell'omicidio di un rapinatore di origine straniera da parte degli agenti. "Non possiamo esitare a rivedere i motivi che possono portare alla perdita della nazionalità francese" ha detto il presidente. "La nazionalità francese deve poter essere ritirata a tutte le persone di origine straniera che volontariamente attentano alla vita di un poliziotto o di chiunque altro rappresenti l’autorità pubblica". Inoltre, Sarkozy vuole che l’acquisizione della nazionalità per i minori nati in Francia da genitori stranieri, una volta raggiunti i 18 anni, non sia più un diritto, se delinquono. I clandestini - E il pugno duro colpisce anche gli immigrati irregolari. "Mi auguro che si valutino i diritti e le prestazioni cui oggi hanno accesso gli stranieri clandestini. Una situazione irregolare non può conferire più diritti di una situazione regolare e legale". Non è chiaro a quale diritto facesse riferimento in particolare il presidente francese, ma è probabile che si riferisse all’assistenza medica. I rom - Infine Sarkò torna sui nomadi: "Dobbiamo porre fine allo sviluppo selvaggio dei campi Rom. Sono delle zone al di fuori della legalità che non possono essere tollerate" sottolineando che entro la fine di settembre "saranno smantellati i campi che sono già stati oggetto di un’ordinanza del tribunale". "Per i campi su cui non c'è stata ancora una decisione dei giudici, faremo in modo che si intervenga al più presto. Entro tre mesi, voglio che almeno la metà di questi accampamenti sparisca dal territorio francese" ha concluso il presidente.