Il Cavaliere: "Non ci saranno cambiamenti di maggioranza"
"Se ci sarà una divaricazione all’interno della coalizione di maggioranza io comunque sono sereno perché i numeri sono abbondanti". Silvio Berlusconi interviene alla Conferenza degli ambasciatori e promette che "non ci saranno cambiamenti di maggioranza": “Il governo è saldo”, dice. Non è un semplice slogan per calmare le acque, il Cavaliere assicura di essere “assolutamente consapevole della realtà dei fatti" e punzecchia i media: “La realtà è molto diversa da quella che scrivono i giornali”. Annunci a parte, anche se i numeri politici non sono a rischio per la maggioranza, questa sera a palazzo Grazioli è in programma una riunione con i coordinatori, i capigruppo e i ministri del Pdl per definire la strategia politica da adottare nei confronti delle imboscate di Gianfranco Fini. Intercettazioni - Il premier rende partecipe gli ambasciatori della situazioni in cui il suo governo deve "lottare per delle leggi che sembrano giuste" e a tal proposito ricorda: "Abbiamo fatto una legge sulle intercettazioni, è stata massacrata da tutti gli interventi e io sono addirittura tentato di ritirarla" perché "questa legge migliorerà qualche cosa, ma non ridà al cittadino l'inviolabilità" delle comunicazioni "che è in Costituzione". Si rammarica, il Cavaliere: "Stiamo a lavorare delle notti, abbiamo mandato fuori un bel cavallo e viene fuori un ippopotamo", conclude. Manovra – Tornando alla conferenza, il punto più delicato che ha toccato il premier è rappresentato dalla legge finanziaria, davanti a una platea che ha scioperato solo due giorni fa per i tagli alla diplomazia. Berlusconi ripete che “la manovra economica su cui il governo ha oggi ottenuto la fiducia comporta sacrifici” aggiungendo che la finanziaria è stata “imposta dall’Ue” e pertanto “era necessario approvarla”. Poi svela anche che “Se non avessimo approvato la manovra o fosse caduto il governo avremmo fatto la fine della Grecia" e l'Italia sarebbe stata investita "da una speculazione finanziaria" come quella di Atene. Per quanto riguarda il "congelamento dello stipendio" dei diplomatici "per i prossimi tre anni" Berlusconi precisa che "le promozioni ci saranno e prossimamente potremo ritornare su questa cosa e fare cambiamenti nella direzione da voi auspicata". Parola di premier: "E' un impegno che mi prendo, lavoreremo insieme perché questa cosa non si prolunghi, oggi necessitata dalla manovra, anche perché sono segnali di ripresa". Riforma della giustizia – “Vi ho portato un volume freschissimo di stampa, uscito dalle tipografie stamani, sull’attività del governo in questi ultimi due anni”. Berlusconi presenta agli ambasciatori il documento in cui sono elencati i provvedimenti del Conto di fare un intervento presto per annunciare una grande riforma della giustizia penale che oggi per il nostro Paese rappresenta un grande problemagoverno nel primo biennio di lavoro. Spiega anche a grandi linee le norme approvate e poi anticipa di essere in procinto di annunciare una risistemazione della giustizia: “Io conto di fare un intervento presto per annunciare una grande riforma della giustizia penale che oggi per il nostro Paese rappresenta un grande problema". Riforma Costituzione – Il governo non cadrà e sino a fine legislatura si impegnerà a varare la tanto attesa riforma della Costituzione. "Nei prossimi tre anni di governo e di legislatura" si lavorerà alla riforma costituzionale. Il premier torna anche a criticare l’iter delle leggi e il fatto che "se la legge non piace ad una certa magistratura di sinistra viene impugnata davanti alla Corte Costituzionale e la Corte Costituzionale abroga questa legge. Questa - dice il presidente del Consiglio - è una situazione che non possiamo più accettare". L'Aquila – Il premier parla anche della ricostruzione dell’Aquila, colpita dal terremoto un anno e quattro mesi fa. "Abbiamo ancora 13 miliardi da spendere per la ricostruzione" dell’Aquila, "abbiamo i soldi a disposizione, le istituzioni locali non hanno saputo dare il via in maniera tempestiva e quindi oggi con Letta abbiamo deciso di riprendere in mano anche la ricostruzione dell’Aquila". Ci sono i "mezzi già stanziati per intervenire, ci hanno fatto credere che sapevano fare da soli dopo la fase dell’emergenza" ma visto che non è così "interverremo".