Napolitano: "Imperativo ridurre il debito pubblico"
Ridurre il debito pubblico "è un imperativo cui nessuno può sfuggire" ed è "un nostro fondamentale interesse nazionale nel senso del recuperare cospicue risorse da destinare al finanziamento di scelte essenziali per l’avanzamento economico e civile del paese". Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, interviene in occasione della VII Conferenza degli ambasciatori, che ieri hanno scioperato contro i tagli alla diplomazia della finanziaria - pronunciando una difesa della manovra varata dal governo. Il presidente aveva ricevuto nei giorni scorsi una lettera dai vertici diplomatici della Farnesina nella quale si esprimevano preoccupazioni per le misure della finanziaria. L'austerità è indispensabile, dunque, ma secondo Napolitano non si deve cadere nell'errore di usare i tagli come armi politiche contro i privilegi. Per "tutti i cittadini è necessario fare sacrifici in proporzione ai loro redditi effettivi ma non postulando tagli di risorse e appiattimenti su parametri impropri, quasi si trattasse di penalizzare gruppi di privilegiati e di intoccabili". A ogni modo, nessun attacco al governo. Il capo dello Stato definisce "straordinaria e urgente" la manovra e ribadisce che non entra "nel merito di aspetti concreti su cui non ho competenza per pronunciarmi". Tuttavia, il presidente Napolitano nella sua riflessione precisa che il rigore necessario per abbattere il debito pubblico "comporterà inevitabili sacrifici diffusi" ma ciò "non può vedere penalizzati in modo indifferenziato tutti i comparti, tutte le voci di spesa dello Stato". Il capo dello Stato riconosce l'utilità della Farnesina e della politica estera anche in uno stato che "sta vivendo un'evoluzione in senso federalistico". Per evitare un "danno irreparabile per il prestigio e il ruolo internazionale del paese", prosegue Napolitano, ci sono "funzioni e strutture necessariamente unitarie a livello nazionale".