Berlusconi: laureate belle, non come la Bindi
Belle e intelligenti, un binomio considerato impossibile nella cultura italiana. Eppure "vedo belle ragazze laureate con il massimo dei voti, che non assomigliano certo a Rosy Bindi". Una battuta al veleno, ma pur sempre una battuta. Una staffilata (non la prima) contro la presidente del Pd. Silvio Berlusconi si presenta disteso all’Università telematica di Novedrate (Como) dove trascorre un’ora in compagnia degli studenti. Un incontro privato e poco formale, senza giornalisti. E infatti saranno gli studenti a spifferare parte del suo discorso. In vena di scherzare il Cavaliere coglie al balzo la presenza di tre giovani nominate da poco dottoresse per respingere alcune accuse che spesso gli vengono mosse basate sul fatto che lui si contorna di veline senza cervello. Invece no: l’apparenza non c’entra, lascia intendere Berlusconi, perché si può essere brave e belle… mica come la Bindi, aggiunge per donare pepe alla sua osservazione. Berlusconi parla a braccio di politica per mezz’ora. Preferisce glissare sui dissidi interni della maggioranza definendoli “piccole incomprensioni”. Sulla riforma della scuola, il premier rassicura gli studenti: non verrà tolto il valore legale della laurea. Però, si rilassa fra la gioventù e allontana i problemi che gravitano attorno al governo. Racconta della sua esperienza sui banchi universitari e la contrappone a quella di Antonio Di Pietro. Ironizza dicendo che in tempo di esami tutto il condominio taceva per permettergli di prepararsi al meglio e ogni 30 e lode si festeggiava tutti assieme, mentre quando Di Pietro ha preso la laurea – ride il Cav – al suo paese nessuno ne sapeva niente. Non la prende bene però il leader dell’Idv, che informato risponde: “Berlusconi continua a offendere la mia storia personale”. Annuncia querela: “Rinunci ad avvalersi dell’insindacabilità prevista dall’art. 68 della Costituzione” e “decida di affrontarmi a viso aperto in un’aula di Tribunale”.