Il Luca della canzone di Povia si racconta

Eleonora Crisafulli

"Luca era gay e adesso sta con lei". Queste parole cantate da Povia sul palco dell'Ariston durante la 59esima edizione del Festival di Sanremo avevano suscitato polemiche e attirato le critiche di omosessuali, uomini e donne, di tutta Italia. In molti avevano visto nel testo dello scandalo un'equazione semplicistica e pericolosa tra omosessualità e malattia, nonostante le smentite e le precisazioni dello stesso Povia: nessun intento discriminatorio, solo una storia vera raccontata in musica. E adesso a parlare è il protagonista di quella storia che è stata per mesi sulla bocca di tutti, canticchiata o contestata. Si chiama Luca di Tolve. Le sue foto nei pressi del santuario della Madonna Del Bosco, nel milanese, appaiono sul settimanale A.  E sulle pagine del giornale sintetizza così la sua "trasformazione": "Una volta ero omosessuale e di sinistra, ora sono sposato con Lisa e voto Buttiglione". Poi spiega: "Non credo ci siano gay felici. Chi nasce maschio deve fare cose da maschio. Deve seguire la sua natura. I veri maschi entrano in una comunione profonda tra di loro, senza per questo avere rapporti sessuali. È l'amicizia virile che unisce. Io invece avevo solo legami superficiali, la passione erotica mi abbagliava, pensavo fosse quello il cameratismo che cercavo". In meno di un decennio la vita di Luca è cambiata radicalmente. Negli anni Novanta, Di Tolve era ricco, di sinistra, la sera si divertiva, andava alle feste di Versace, era ospite a bordo dello yacht di Puff Daddy, viveva nel centro di Milano e girava con l'autista. Oggi vive in Brianza, è di destra, prega molto e ha fondato la onlus Lot "per spronare i ragazzi dubbiosi a essere maschi fino in fondo", perché pur odiando gli omofobici, "non sopporto nemmeno il messianesimo dell'Arcigay. Per loro l'omosessualità è quasi una conquista. Invece è una tendenza che si sviluppa a causa di traumi subiti durante l'età della crescita". Luca era gay, inserita nell'album Centravanti di mestiere, si è classificata seconda al Festival di Sanremo del 2009  e ha vinto il Premio Mogol come miglior testo dell'anno.