Usa e Russia si scambiano le spie a Vienna
Se la Guerra fredda è finita, le pratiche non sono ancora cadute in desuetudine. Dieci agenti russi in cambio di quattro agenti occidentali, uno scambio alla pari per distendere l'atmosfera. Luogo a metà strada, in zona neutrale: Vienna, capitale austriaca. Il jet della Vision Airlines partito da New York è già atterrato, così come un volo ufficiale da Mosca. La soffiata arriva dalla Bbc, che precisa che non sono trapelate informazioni sulle modalità della trattativa e dello scambio. Il legale di Igor Sutyagun, una delle spie liberate dal governo russo, ha confermato che il suo assistito ha lasciato Mosca. Le dieci spie russe espulse, prima di partire, hanno firmato un documento di rinuncia definitiva delle proprietà e dei conti correnti negli Usa e non potranno vendere i diritti delle loro storie sotto qualsiasi forma. Non potranno trarre profitti dalla vicenda, almeno negli Stati Uniti. "Non è una clausola inconsueta in casi come questo che godono di una certa notorietà", ha commentato un alto funzionario dell’amministrazione Usa. Ieri sera il presidente russo Dmitri Medvedev ha graziato quattro persone incarcerati in Russia per avere avuto contatti con servizi di intelligence occidentali nel quadro dello scambio di spie con gli Stati Uniti. A darne notizia è stato il portavoce del presidente russo, Natalia Timakova, aggiungendo che Medvedev ha firmato un decreto di grazia per Igor Sutyagin, esperto in armamenti, Alexandre Zaporojski, Guennadi Vassilenko e Serguei Skrypan. Colpevolezza - Nel frattempo tutte e dieci le spie russe arrestate il mese scorso negli Usa si erano dichiarate colpevoli, spianando la via a uno scambio di agenti. I dieci hanno riconosciuto di essere colpevoli di «avere cospirato in quanto agenti non registrati di un paese straniero». Per loro c'è stato un decreto di espulsione