Quella cena segreta tra Fini e D'Alema

Paolo Franzoso

Gianfranco Fini e Massimo e Massimo D’Alema a cena assieme, ieri sera, poco lontano da Montecitorio. Oppure un semplice colloquio tra i due alla Camera senza portate né occhi invadenti. La voce di corridoio su un presunto incontro a tavola rilasciata da Velina rossa (foglio parlamentare vicino all’ex Pci) viene subito smentita da ambienti parlamentari, che parlano di un normale scambio di opinioni su vicende non politiche fra una pausa dei lavori d’aula. Paquale Laurito, penna di Velina rossa, aveva da poco battuto la sua indiscrezione: “Le voci sono molte e i contatti riguardano in modo trasversale i due schieramenti di maggioranza e opposizione”. Niente da stupirsi, secondo Laurito, “anche se da noi ogni contatto tra uomini politici di diversa appartenenza suscita sempre molta curiosità”. Quindi niente scandali perché “in ragione del ruolo dei due uomini politici, presidenti di due Fondazioni (Farefuturo e Italianieuropei) che negli ultimi tempi hanno avuto un ruolo nel movimentare la vita politica italiana e che hanno già tenuto delle attività comuni”. Ma a pensare male spesso si azzecca: e dietro l’incontro s’ipotizzano convergenze politiche, complotti, ribaltoni. Allora interviene il portavoce del presidente della Camera Fabrizio Alfano, che replica alle illazioni: “Smentisco ufficialmente che il presidente Fini e il presidente D'Alema si sarebbero visti martedì sera a cena”. Solo una breve chiacchierata fra un’interpellanza e l’altra per parlare dell’attività del Copasir (di cui D’Alema è presidente) e del prossimo appuntamento comune delle due fondazioni, che anche quest'anno, in autunno, promuoveranno un seminario insieme ad Asolo. Insomma, i due si sono parlati e non ci sono dubbi. Sui contenuti, però, ognuno la pensi come vuole.