Fatta la legge. Trovata la toga

bonfanti ilaria

Noi ci arrovelliamo, per una legge ci dilaniamo, facciamo scioperi, spacchiamo partiti, intasiamo i talkshow, tutto questo per anni: tanto poi arriva un ordine non elettivo - si chiama Magistratura - che spazza via tutto in tre minuti. Su segreto istruttorio e intercettazioni l’abbiamo già raccontato: la norma in vigore, datata 1989, già imponeva la riservatezza che ora si cerca di ripristinare; basti che nel 1992 il vicepresidente del Csm Giovanni Galloni diceva ancora che «la stampa deve intervenire solo a conclusione delle indagini». Anche allora giornalisti e magistrati minacciavano scioperi. Poi la prassi e la giurisprudenza hanno spazzato via tutto. L’impianto del nuovo Codice elaborato per decenni, del resto, fu spazzato pure in tre minuti da una sentenza della Corte costituzionale datata giugno 1992: il processo, unico luogo in cui una testimonianza doveva trasformarsi in prova, fu ridotto a una vidimazione notarile delle carte che l’accusa aveva raccolto durante le indagini. Per rimettere le cose a posto, nel 1997, fu riformato l’articolo 513 ´(«giusto processo») ma la Corte Costituzionale spazzò via tutto l’anno successivo; per reintrodurre la riforma fu necessario modificare l’articolo 111 della  Costituzione, ma per questo servirono altri anni, nonché l’accordo - irripetibile - di tutto l’arco parlamentare.  Ora questo finimondo sulle intercettazioni proseguirà. Alla fine, fatta la legge, vedi titolo.