Svezia: addio leva obbligatoria
Quarant'anni fa, la Svezia contava più di 50mila chiamati alle armi. L’anno scorso, non erano che 7mila di cui il 9% donne. Ma da oggi le cose cambieranno perché nessun cittadino svedese avrà l’obbligo di servire la patria in armi. Infatti la leva obbligatoria di undici mesi nel paese scandinavo è da questa mattina ufficialmente abolita: una decisione che segna una pagina significativa nella storia della Svezia. ovviamente non è mancata qualche polemica. A lungo, il servizio nazionale obbligatorio instaurato nel 1901, è stato concepito in Svezia come uno dei pilastri di una società che si proclama egalitaria. Ma con la scomparsa dell’Unione Sovietica dall’altra parte del Mar Baltico, ricorda il quotidiano svizzero "Le Temps", il mantenimento di un esercito forte, capace di mobilitare centinaia di migliaia di cittadini, ha perso lentamente il suo interesse. Intanto la Svezia, senza entrare ufficialmente nella Nato, si è avvicinata all’Alleanza atlantica tramite il Partenariato per la pace. I suoi soldati sono stati dispiegati in Afghanistan nell’ambito della missione Isaf. E altri partecipano a operazioni di mantenimento della pace in Kosovo o in Africa, sotto comando Ue. Questa nuova realtà ha portato la classe politica a concepire una riforma della difesa nazionale che ha inevitabilmente portato alla decisione di sopprimere il servizio di leva obbligatorio. Tanto più che «il paese, al momento delle scelte di bilancio, non poteva più permettersi di finanziare un dispositivo così ambizioso, alimentato da un’industria nazionale dell’armamento forte», ha notato un esperto di Difesa. A prendere una decisione definitiva è stato il governo, al potere dall’autunno del 2006: un’iniziativa considerata da taluni un po' contro natura poiché i conservatori del primo ministro Fredrik Reinfeldt sono stati considerati a lungo come i principali alleati dei vertici militari. Fatto sta che è stato dato l’ordine di chiudere alcuni edifici militari e qualche base aerea, di tagliare progetti per nuovi equipaggiamenti. Poi il 16 giugno 2009, il Parlamento svedese ha votato, con soli tre voti di differenza. a favore della soppressione del servizio obbligatorio e del passaggio a un esercito di professionisti: «È meglio avere forze armate più snelle ma maggiormente in grado di rispondere alle esigenze ed alle missioni attuali», ha fatto sapere il ministero della Difesa facendo riferimento in particolare agli impegni all’estero.