Lampedusa isolata, colpa di un cavo tranciato

Eleonora Crisafulli

Da giorni gli abitanti di Lampedusa vivono in condizione di isolamento forzato: niente telefoni e niente internet. Un grave disagio per un'isola che si trova a più di 200 chilometri dalla terra ferma (escludendo l'Africa). Finalmente è nota la causa dei prolungati disagi: il cavo sottomarino che garantisce i collegamenti con Lampedusa è stato gravemente danneggiato lo scorso 15 giugno. Sono stati riscontrati, infatti, profondi solchi sul fondo, provocati da più imbarcazioni, nonostante il tracciato sia stato regolarmente comunicato alle autorità marittime e sia opportunamente segnalato sulle carte nautiche. E, come se non bastasse, è stata emanata una specifica ordinanza che vieta l’ancoraggio nella Cala Pisana dell’Isola. I lavori della nave posacavi per la riparazione del cavo marino sono stati avviati. Telecom Italia ha immediatamente operato, nonostante la complessità del danno subito. Squadre specialistiche provvedono a ripristinare i servizi telefonici su rete fissa e mobile e i principali collegamenti dati. Per internet invece bisognerà attendere almeno fino al 28 giungo. L'intervento della nave, giunta anche grazie alla collaborazione con partner internazionali, visto che l'imbarcazione era già impegnata nella riparazione di un cavo internazionale, ha permesso il ritrovamento di entrambi i lati del cavo tranciato. Qualcosa si muove, ma non basta. Che la comunicazione con il resto del mondo venga ripristinata va bene, ma i "gioielli" del mar Mediterraneo soffrono ancora troppo la distanza. E, per protestare contro i collegamenti  insufficienti con le isole minori siciliane, il vicesindaco leghista di Lampedusa, Angela Maraventano, ha iniziato oggi lo sciopero della fame. La protesta è partita dall'aeroporto, dove la Maraventano ha minacciato di occupare la pista dello scalo "nuovo quanto inutile, considerato che è per lo più inutilizzato".