Maturità: il giorno del "quizzone"
Dopo il tema, la seconda prova e il giorno di pausa per riprendersi dalle prime fatiche, gli oltre 500mila studenti oggi si trovano ad affrontare la prova più temibile: il “quizzone” o terza prova. Si tratta di quesiti, preparati da ognuna delle 14mila commissioni sparse per l’Italia, consistono in una serie di domande su cinque delle discipline affrontate durante il quinto anno ma sinora non trattate durante i primi due scritti. Ogni verifica è stata impostata sulla base delle indicazioni contenute nel “Documento di classe”, realizzato per legge entro il 15 maggio dai professori del quinto anno. Adottata ormai da 11 anni consecutivi (è stata introdotta nel 1999 dopo la creazione di un decreto ministeriale ad hoc, datato luglio 1998), la terza prova può contenere diverse tipologie di domande: l'unico vincolo è che non possono riguardare più di cinque discipline. I temi del “quizzone” sono diversi: ci può essere una trattazione sintetica di argomenti o dei quesiti a risposta singola, fino a quelli a risposta multipla. Ma c’è di più: i commissari possono anche proporre problemi scientifici a soluzione rapida, tali cioè da non richiedere calcoli complessi, casi pratici e professionali e infine lo sviluppo di un vero e proprio progetto. Per la composizione della terza prova scritta, che il ministro Gelmini ha annunciato di voler sostituire con una verifica standard nazionale preparata dall’Invalsi come accade già alle media, negli ultimi anni la metà delle commissioni d’esame ha preferito di gran lunga far svolgere quesiti a risposta libera: circa il 20% ha optato per le domande a tipologia mista.