Confindustria: "Economia italiana fuori dalla recessione"
In ripresa - L’Italia e la sua economia sono fuori dalla recessione. È quanto stabilito dall’ultimo rapporto del centro studi Confindustria, diretto da Luca Paolazzi, in cui si evidenzia che nel 2010 e nel 2011 ci sarà un "recupero parziale". Questo nonostante l'impatto restrittivo della manovra. La ripresa si profila più solida rispetto alle stime divulgate nel mese di dicembre: la crescita del Pil è attesa all’1,2% quest’anno e all’1,6% nel 2011. Per quanto riguarda invece il rapporto deficit-Pil, si stima che si attesterà al 5,1% nel 2010 per poi scendere al 4,1% nel 2011. In debito invece sarà pari al 118,5% del Pil nel 2010 per poi salire al 118,9% nel 2011. Crescita del Pil - A supportare la crescita c'è innanzitutto "il deprezzamento del cambio dell’euro, che migliora la competitività di prezzo delle merci italiane". Confindustria ha stimato che il passaggio dall’1,50 ipotizzato nello scenario di dicembre all’1,26 indicato attualmente nel rapporto euro-dollaro nel 2010, porta ad una maggiore crescita del Pil pari allo 0,96% nel 2011 e allo 0,82% nel 2012. Il problema dell'evasione fiscale - Ma il centro studi di Confindustria ha sottolineato anche che nel 2009 l’evasione fiscale stimata è pari a 124,5 miliardi di euro e aggiunge che la cifra è pari all’8,2% di Pil. Sempre nel 2009 la pressione fiscale effettiva è stata pari al 51,4% a fronte del 43,2% ufficiale. Secondo le stime del centro studi Confindustria il solo gettito Iva evaso conta per 35,5 miliardi, mentre quello Irpef per 31,5 miliardi. Un fenomeno di tali dimensioni nell’eurozona, sottolinea viale dell’Astronomia, ha eguali solo in Grecia e "pesa come un macigno sulla crescita perché a parità di obiettivi di incasso, determina aliquote molto più alte". Disoccupazione ai massimi - Ma la disoccupazione è ai massimi dal 2005. Nel primo trimestre del 2010 il tasso è salito al 9,1% (dato non destagionalizzato) rispetto al 7,9% dello stesso periodo del 2009. Ma se si destagionalizza il dato siamo a una percentuale pari all'8,4%, il livello più alto rispetto ad uno stesso dato destagionalizzato dal terzo trimestre del 2003.