Le 761 case del Cardinale Sepe
di Franco Bechis - Ha 48 denominazioni sociali diverse, sia pure sempre con lo stesso codice fiscale. Messe insieme consentono peròalla Sacra congregazione di Propaganda Fide che un tempo fu guidata dal cardinale Crescenzio Sepe di essere senza smentita uno dei principali azionisti del catasto italiano. La sua vocazione è naturalmente romana, e nella capitale (e dintorni) ha ben 725 dei 761 fabbricati che risultano di sua proprietà in tutta Italia. Nel numero sono compresi i box auto, ma anche collegi e conventi da decine di migliaia di metri quadrati. Fra immobili e terreni- spesso lasciati in eredità da fedeli più o meno facoltosi- Propaganda Fide, la congregazione che dà a chi la guida (oggi il cardinale Ivan Dias) il titolo di “Papa rosso”, è diventata ormai una delle principali immobiliari italiane. Senza contare i possedimenti all’interno della Città del Vaticano in tutta Italia è proprietaria di 147 mila metri quadrati di alloggi, più appartamenti da 2.325 vani, e ancora 445 terreni che coprono una superficie superiore ai 955 ettari. Il valore catastale dei possedimenti ammonta a 575 milioni di euro. La stima che grazie al servizio Sevia della Cerved Libero ha potuto fare sul valore di mercato posseduto dalla maggiore parte di fabbricati e terreni supera invece il miliardo e 287 milioni di euro. Oltre il 90 per cento dei possedimenti sono nella provincia di Roma, e i pezzi pregiati nel cuore della città. Sono quelli che fanno gola ai vip che da anni bussano alla porta per avere affitti di favore o comunque appartamenti e uffici prestigiosi. Regina della Capitale Propaganda Fide è la regina di piazza di Spagna e dintorni: ha possedimenti lì, in piazza Mignanelli, nelle contigue via della Vite, via Sistina, via Gregoriana e via Margutta per citare solo i nomi più famosi. E in zona alta è la qualità degli inquilini. Abita in una casa della congregazione Bruno Vespa, vi affittava a pochi metri di distanza gli uffici un tempo il giornale di Antonio Di Pietro (e la tesoriera del partito, Silvana Mura, è inquilina non troppo distante in via delle Quattro fontane, nell’alloggio dove visse e morì nel 1847 il pittore Pietro Reinhart). È inquilino lo stilista Valentino, che in immobili di Propaganda Fide ha la storica sede romana del suo gruppo (piazza Mignanelli) e anche gli uffici di via Gregoriana. Pagano pigione altre grandi firme della moda, ed è inquilina anche la catena di negozi Baloon, di Rosy Greco, ex moglie di Alain Elkan. Di fianco a Valentino è ospitata in una delle case del Papa rosso una delle palestre più esclusive di Roma, e anche lo show room di L’Oreal. Sono comunque i commercianti quelli a rendere possibile la valorizzazione del patrimonio di Propaganda Fide: decine gli inquilini al piano terra nei palazzi di prestigio di via del Corso e intorno alle vie della moda romana, quella dei Condotti e via Frattina. Fitta la presenza anche nei dintorni di piazza Navona e del Pantheon e da quelle parti fra gli inquilini di peso c’è anche un’associazione nel cui board siedono sia Irene Pivetti che Santo Versace. È di Propaganda Fide anche gran parte della zona limitrofa al Quirinale. E in via Venti Settembre fra gli inquilini di prestigio c’è perfino un ministero, quello delle Risorse agricole che ha gli uffici occupati dai collaboratori più stretti del ministro in carica. Via della Conciliazione Numerosi gli immobili in via della Conciliazione (in genere uffici di studi legali, fra cui anche quello del marito di Giovanna Ralli) e in altre zone ad alta densità religiosa, come quella contigua alla basilica di Santa Maria Maggiore (via Liberiana, via dell’Olmata, via di Santa Prassede). Qui sono in affitto associazioni di volontari, studi legali e tributari, e naturalmente altri ordini religiosi, che insieme alle ambasciate presso la Santa Sede sono i principali inquilini anche degli immobili posseduti da Propaganda dietro le mura Vaticane. Numerosi i possedimenti anche lungo le grandi vie di scorrimento della capitale, dalla Nomentana alla Pontina. Fra i possedimenti anche terreno e immobili dati in concessione alla Kuwait petroleum (che poi ha subconcesso a un benzinaio) e all’Eni per alcuni uffici fuori città.