Marea nera, un operaio segnalò la falla giorni prima

Albina Perri

 Un operaio della Deepwater  Horizon riportò ai suoi superiori della Bp l’esistenza di problemi  nel sistema di sicurezza della piattaforma alcune settimane prima dell’esplosione che ha provocato la morte di 11 operai e la catastrofe  ambientale nel Golfo del Messico. E’ quanto riporta la Bbc che ha  intervistato l’operaio, Tyrone Benton, che afferma che la falla non fu  aggiustata, ma invece fu spento il meccanismo diffettoso. E fu deciso  di continuare le operazioni avvalendosi solo di un secondo sistema di  sicurezza.  Al programma Panorama, che andrà in onda questa sera, Benton ha  spiegato che il sistema difettoso era il cosiddetto "blowout   preventer" (Bop), meccanismo che impedisce le fughe di gas, e quindi  le esplosioni, ed è naturalmente l’elemento più importante dei   sistemi di sicurezza di una piattaforma. "Abbiamo notato una falla nel  sistema ed abbiamo informato gli uomini della compagnia - è il   racconto di Benton all’emittente britannica - loro hanno una stanza di  controllo da dove possono spegnere il meccanismo ed accenderne un   altro, così non devono fermare la produzione".  La Bp afferma che era la compagnia proprietaria della  piattaforma, la Transocean, responsabile delle operazioni e della   manutenzione di quel sistema di sicurezza. Benton ha raccontato ancora  che il suo supervisore inviò un e-mail sia ai responsabili della Bp   che della Transocean per denunciare il problema. La Bbc ha poi   intervistato il professor Tad Patzek, esperto di operazioni   petrolifere dell’università del Texas, che ha definito  "inaccettabile" la decisione di spegnere il sistema difettoso e di   inserirne un secondo: "di fronte a prove di malfunzionamento del blowout preventer, bisogna cercare di aggiustarlo con tutti i mezzi a   disposizione".