Schiarita a Oriente. La Cina apre a Obama
Sta a vedere che quella lettera che sembrava destinata a finire nel dimenticatoio otterrà dei risultati. A distanza di 24 ore dalla missiva fatta di speranze e buone intenzioni inviata da Barack Obama al Washington Post, dall’estremo oriente arriva un’inaspettata apertura. La Cina, infatti, si è detta disponibile a rendere “più flessibile” la sua valuta, lo yuan. Ad affermarlo la Banca Centrale cinese che, in una nota, ha di fatto sposato la linea a “stelle e strisce”. Infatti, un potenziamento della valuta cinese permetterebbe con ogni probabilità una correzione degli equilibri nel settore del commercio (monopolizzato dalle esportazioni asiatiche), correggendo i rapporti di forza e favorendo così la ripresa economica. Bisognerà però vedere cosa ne penserà il premier del colosso cinese, Hu Jintao, il quale ha già affermato che nel G20 di Toronto della prossima settimana non si approfondirà tale argomento. Intanto Obama ha accolto con favore la decisione della Cina, affermando in un comunicato che si tratta di "un passo costruttivo che può aiutare a preservare la ripresa e contribuire a una economia globale più equilibrata". Parole di soddisfazione anche da parte del segretario al Tesoro, Timothy Geithner: "Diamo il benvenuto alla decisione della Cina di aumentare la flessibilità del tasso di cambio della sua valuta. Una vigorosa attuazione di questa decisione darebbe un positivo contributo a una crescita globale forte e bilanciata. Siamo pronti a continuare il nostro lavoro con la Cina in ambito G20 e a livello bilaterale per rafforzare la ripresa".