Gelmini: "Entro 2012 test a risposta multipla per maturità"
Nuova proposta - Un nuovo esame di maturità: un test a risposta multipla come terza prova scritta all’esame. È questa la novità che sarà introdotta entro il 2012. La proposta viene dal Ministro all’Istruzione Maria Stella Gelmini, a margine della presentazione della Fondazione “Liberamente”, nata per diffondere il pensiero del Pdl e del suo fondatore Silvio Berlusconi. «È un processo inevitabile - ha spiegato il ministro - così come l'affermazione dei procedimenti di valutazione dei livelli di apprendimento». Italia come l’Europa - Lo scopo dei test sarebbe quello di «misurare la qualità dell'istruzione e i livelli di apprendimento» durante l’esame di maturità, esattamente come accade in altri paesi europei: «In Ue sono sempre più diffusi i test standard per misurare i livelli di preparazione dei ragazzi e la qualità dell’istruzione e anche noi dobbiamo adeguarci». Università – Nel suo discorso c’è spazio anche per la riforma universitaria che potrebbe essere approvata entro l’estate. La Gelmini ha ricordato che l’esame del testo è stato «già completato in commissione al Senato, che a breve verrà calendarizzato in aula e poi passerà alla Camera. L'iter procede - ha spiegato - non c'è nessuno stop. Si tratta di una riforma indispensabile per la qualità dell’università perché interviene sulla governance, sulla gestione delle risorse e introduce un ricambio generazionale e un diverso sistema di reclutamento – conclude - Mi auguro che il parlamento possa migliorare e non annacquare questa riforma che serve». Le proteste sono out – Con poche parole il Ministro ha liquidato le proteste per i tagli alla scuola introdotti dalla manovra correttiva del Governo: «Le proteste non fanno più notizia, ormai durano da troppo tempo. Non ci si può rassegnare agli effetti della crisi - ha avvertito - occorre ripensare all’impiego delle risorse ed evitare tanti sprechi e situazioni che non hanno più senso». Il ministro ha poi ricordato che lo Stato spende per l'istruzione più di 43 miliardi di euro di cui il 97% va in spese fisse. «C'è la necessità di ripensare l’investimento nell’istruzione - ha affermato - è una sfida legata alle riforme e al cambiamento del Paese».