Demolizioni, Fini non annulla il voto: "Doveva farlo la Bindi"

Paolo Franzoso

Il presidente della Camera Gianfranco Fini stamane ha aperto i lavori spiegando che "alla luce del regolamento" il voto sulla pregiudiziale alle demolizioni in Campania "non può essere ripetuto". Il centrodestra ribadisce le accuse a Rosy Bindi, alla quale viene imputato d'aver chiuso ieri le votazioni anzitempo, senza che gli alcuni esponenti di PdL e Lega potessero esprimersi, permettendo così l'approvazione della pregiudiziale di costituzionalità presentata dall'Idv. La Bindi aveva difeso il proprio operato, confermando il voto. "Ho aspettato 51 secondi e consultato gli uffici: ritengo di non aver commesso irregolarità. Nè credo che la Conferenza dei capigruppo abbia poteri di annullare votazioni valide", diceva ieri in serata. Il decreto - In sintesi, il testo che era stato già approvato dal Senato era finalizzato a mediare tra l'emergenza casa della Regione Campania con gli abusi edilizi ancora presenti sul territorio. "Al fine di fronteggiare la grave situazione abitativa nella regione Campania, e di consentire un'adeguata e attuale ricognizione delle necessità determinatesi dopo gli interventi della Corte Costituzionale successivi al 2003, sono sospese fino al 30 giugno 2011 le demolizioni di immobili destinati esclusivamente a prima abitazione, siti nel territorio della regione Campania, disposte a seguito di sentenza penale, purché riguardanti immobili occupati stabilmente da soggetti sforniti di altra abitazione e concernenti abusi realizzati entro il 31 marzo 2003".