L'ira dei senzalavoro contro l'Udeur a Napoli

Paolo Franzoso

 La frustrazione della disoccupazione ha portato circa una quarantina di senzalavoro a entrare nella sede del partito di Clemente Mastella e devastare tutto quello che capitava sotto mano. Perché l’Udeur? - Doveva essere una manifestazione pacifica quella di 700 disoccupati che protestavano contro l’interruzione – prevista fra due mesi – del progetto Bros, un assegno  mensile di 500 euro per attività di formazione nel settore ambientale. Partenza da piazza Garibaldi in direzione della sede della Regione Campania per un confronto con l’assessore regionale al lavoro Severino Nappi, membro dell’Uder. Nappi, invece, non riceve. Cambio di programma, allora: occupazione di piazza Garibaldi con blocco della circolazione per circa novanta minuti. Troppo poco, l’assessore non riceve? I disoccupati tentano di far irruzione al San Carlo. Ancora niente? Appena il custode del palazzo di via Melisurgo che ospita gli uffici dell’Udeur va in pausa alle 13.30, i senzalavoro irrompono nella sede regionale del partito di Mastella. E parte la devastazione, non si risparmia niente. Mastella – “I problemi del lavoro non si risolvono devastando le sedi di partito, noi non ci facciamo intimorire e andremo avanti con il Oggi come ieri subiamo, con crescente preoccupazione, un linciaggio senza eguali. La problematica del lavoro è una cosa seria che, certamente noi non sottovalutiamo nella sua gravità, ma che può essere affrontata e risolta con atti concreti da una persona, e da un governo regionale, nella consapevolezza che nessuno ha la classica bacchetta magicanostro quotidiano lavoro”. Clemente Mastella commenta l’accaduto: “Sono stato un facile profeta, alcuni giorni fa, nel presagire un’escalation di violenza nei confronti dei popolari Udeur. L’assalto di stamane alla sede di Napoli del partito ne è la prova lampante. Oggi come ieri subiamo, con crescente preoccupazione, un linciaggio senza eguali. La problematica del lavoro è una cosa seria che, certamente noi non sottovalutiamo nella sua gravità, ma che può essere affrontata e risolta con atti concreti da una persona, e da un governo regionale, nella consapevolezza che nessuno ha la classica bacchetta magica capace di azzerare anni di ritardi. Oppure, come stanno facendo i soliti facinorosi, buttare tutto nella rissa per fare in modo che tutto resti immobile magari realizzando anche il gioco di quelle associazioni criminali che hanno vissuto, e continuano  a vivere, sulle spalle di un disagio sociale che sta investendo la Campania e tutto il meridione”. Solo quattro giorni fa, la famiglia Mastella ha ricevuto una lettera contenente 5 proiettili e minacce di   morte firmate Nuove Brigate Rosse.