Tragedia dell'Aquila, il prof Calvi si difende: "Non avremmo potuto evitarla"

Michela Ravalico

A un anno e due mesi dalla tragedia dell'Aquila, sono arrivati anche gli avvisi di garanzia. Nel mirino della Procura, i nove membri della Commissione governativa Grandi rischi. Uno di loro, il professor Gian Michele Calvi, Ordinario di Tecnica della Costruzioni presso L’Università di Pavia, ha commentato con Libero-news la notizia. L'accusa è pesante: omicidio colposo. E infatti il professor Calvi ha una voce ferma ma preoccupata. "Non sono abituato a cose di questo genere", ci spiega. Ma com'è stato possibile arrivare a tutto questo? Semplice. Secondo la denuncia, presentata da un gruppo di cittadini, i tecnici della Grande Rischi (una commissione indipendente che fa riferimento esclusivamente alla presidenza del Consiglio), sono colpevoli di aver nascosto i pericoli dello sciame sismico che si stava sviluppando nel sottosuolo. "E' un'assurdità - spiega Calvi - noi ci siamo riuniti il 31 marzo e il terremoto è stato nella notte tra il 5 e il 6 aprile. Abbiamo rilevato la presenza di sciami sismici nella regione, ma che sia chiaro: non sempre questi sciami sono seguiti da un evento sismico come quello che poi di lì a sei giorni si è verificato". Professor Calvi, dunque lei non si sente responsabile? Nemmeno voi super esperti avreste potuto impedire la tragedia? "Putroppo no. Non avremmo potuto fare assolutamente niente. Sono eventi imprevedibili. Non posso sentirmi responsabile per una cosa che non potevo evitare. Certo che dal punto di vista umano sono profondamente colpito, ma non sono responsabile" L'accusa, però, sostiene il contrario... Certo, e c'era anche qualcuno (Calvi si riferisce al tecnico del Gran Sasso Giampaolo Giuliani, ndr) che aveva detto che si sarebbe dovuto evacuare la città di Sulmona, perché l'epicentro era previsto lì. La questione è complessa, anche perché se si decide di evacuare un luogo e poi le previsioni risultassero sbagliate, si rischia di fare più danni di quanto se ne sarebbero fatti stando fermi. Quali saranno le sue prossime mosse? Non sono abituato ad avere a che fare con gli uffici delle procure. Ad ogni modo sono in partenza per Washington per un convegno alla Banca Mondiale. Anche i miei colleghi non italiani sono stupefatti per le accuse che ci vengono rivolte. Le ricordo che dopo il terremoto, la Protezione civile diede mandato a una commissione internazionale di sismologi di studiare il caso e anche questa commissione giunse alla stessa conclusione: non potevamo prevederlo. di Michela Ravalico