Intercettazioni, il governo respinge la richiesta di Fini
Governo e Pdl dicono no alla richiesta di Gianfranco Fini di modificare la durata massima di 75 giorni per poter effettuare le intercettazioni. Lo affermano il Presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri, il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo ed il Presidente della Commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli, al termine dell’incontro a Palazzo Madama fra il governo (presente il Guardasigilli Alfano) ed i senatori del Pdl. "La maggioranza - è il ritornello ripetuto più volte dal capogruppo dinanzi alle telecamere - ha già presentato le proprie modifiche. Se poi in un partito ci sono dei motivi di dissenso o delle divergenze di opinioni, si discuta all’interno del partito, dove poi ci sono degli organi preposti a trovare una sintesi e una linea comune". Dopo che la commissione Giustizia ha approvato stamattina 9 degli 11 emendamenti alla legge, infatti, rimane da discutere soltanto sulla norma transitoria e sull'arresto in flagrante per i reati di violenza sui minori. Al momento, infatti, il ddl sulle intercettazioni prevede questa misura per il reo colto in flagrante. Secondo la maggioranza, però, la regola va smorzata, evitando il carcere per i casi meno gravi. "Esempio sia il caso - spiega il sottosegretario Caliendo - di un diciassettenne e di una tredicenne colti ad avere un rapporto... Al momento, per loro, è previsto il carcere. La norma va modificata su questo punto". Insomma, margini di manovra, ma minimi, in attesa che il vertice di maggioranza di domani a palazzo Grazioli, alla presenza del premier, porti consiglio anche sul futuro di questo ddl. Al vertice odierno a Palazzo Madama hanno preso parte il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il sottosegretario Giacomo Caliendo, il Presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri, il vicepresidente Gaetano Quagliariello, il Presidente della Commissione Giustizia Filippo Berselli, il relatore del ddl al Senato Roberto Centaro, il Presidente della Commissione Affari costituzionali Carlo Vizzini, i senatori Alessandra Gallone, Piero Longo, Franco Mugnai e Giuseppe Valentino.