Dal bavaglio all'abbaglio
Le modifiche alla legge sulle intercettazioni proposte dal Pdl sono soltanto un’altra mano della pokerata complessiva: il governo è bravissimo a bluffare, far sparire e riapparire lodi, decreti blocca-processi. processi-brevi, ripristini dell’immunità parlamentare, ora questo disegno di legge. È da settimane che questo giornale irride i colleghi che fingono di stracciarsi le vesti: tranquilli, il governo non abolirà il giornalismo. Il punto, però, è che cosa resterà di questa norma, se la montagna cioè partorirà un bavaglino. Gli oppositori vorrebbero che fosse ritirata e basta: e sarebbe un errore mostruoso. Lo sarebbe altrettanto il partorire una norma troppo vaga e interpretabile: alcune modifiche vanno benissimo, ma che cosa si intende, ad esempio, per quel «riassunto degli atti relativi a indagini» che ora è stato ripristinato? Qualsiasi articolo, in teoria, è già di per sé un riassunto. Anche un libro è un riassunto di un faldone giudiziario. La linea del Piave - questo pensiamo - dovrebbe essere realmente l’udienza preliminare, ciò che definisce le carte e intercettazioni che saranno ammesse a processo: perché è il processo che conta, non le indagini. E’ questo l’impianto culturale e giuridico che non entra nella crapa dei giornalisti italiani. Ed è questo a favorire indagini e gogne mediatiche che sorry, potete sbracciarvi a piacimento: ma restano un colabrodo unico al mondo.