A scuola a ottobre, la maggioranza si divide

Eleonora Crisafulli

Dopo la pausa estiva di quest'anno, gli studenti potrebbero tornare sui banchi di scuola a ottobre, anziché a settembre. La proposta arriva dal senatore Pdl Giorgio Rosario Costa e trova la porta aperta al ministero dell'Istruzione. Il ministro Mariastella Gelmini, infatti, non esclude l'ipotesi: "La proposta di un rinvio dell’inizio dell’anno scolastico a ottobre viene da alcuni parlamentari. E' una proposta sulla quale si può discutere, io sono molto aperta su questo tema perché effettivamente il nostro Paese vive di turismo e oggi le vacanze per le famiglie non sono più concentrate a luglio e agosto". E precisa: "A settembre si possono avere migliori opportunità sul piano economico. Per certi versi uno slittamento dell’inizio dell’anno scolastico potrebbe aiutare le famiglie a organizzare meglio il periodo delle vacanze e dare anche un aiuto al turismo. Vedremo come deciderà il Parlamento". Vota il sondaggio sulla home page di Libero www.libero-news.it Il no del Carroccio - Ma dalla Lega Nord arriva un secco "no" alla proposta di legge, affidato alle parole della senatrice Irene Aderenti: "E' inattuabile in quanto la direttiva europea prevede 200 giorni e va rispettata, perché se togliamo i giorni di scuola del mese di settembre si rischia di non rispettare questo minimo. Estendere questa proposta a tutto il territorio nazionale significa mettere in difficoltà le famiglie e i lavoratori dipendenti perché questi alla fine di agosto, la maggior parte, iniziano il lavoro. E dove mettono i bambini?". Inoltre "le regioni formulano già il calendario regionale delle lezioni, quindi ognuna di esse ha già questo tipo di autonomia di decisione formulandola in base alle problematiche climatiche e turistiche del territorio". E poi, continua ancora la senatrice del Carroccio "ci sono le regioni del nord che hanno temperature, climi diversi e calendari turistici diversi: una provincia come il Trentino preferirebbe avere più vacanze nella stagione invernale. Secondo noi è meglio che ogni regione decida come meglio ritiene e continui a farlo". Un ritorno al passato - Negli anni Sessanta/Settanta la scuola ricominciava i primi di ottobre. Ne sanno qualcosa i politici oggi al governo, che all'epoca andavano chi alle elementari, chi alle medie e chi alle superiori.  Il Pd storce il naso - "Lo slittamento dell’inizio dell’anno scolastico è un altro modo per far cassa?"  si chiede la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, che fa notare come "sia difficile, con uno slittamento ad inizio di ottobre, mantenere i duecento giorni che sanciscono la regolarità dell’anno scolastico a meno di protrarre la didattica a giugno inoltrato. E poi - aggiunge - il fatto che si parli di slittamento dell’inizio e non della fine ci fa pensare che si voglia ridurre l’offerta formativa. Sarebbe una scelta fuori da ogni logica e le aperture del ministro dimostrano che per questo governo la scuola non è una priorità, è seconda anche al turismo. Per non parlare del fatto che la competenza del calendario scolastico è comunque regionale: altro che federalismo - conclude - ogni occasione è nuova per invadere il campo delle regioni". "