Torna l'orso Dino
L’orso Dino è tornato. Si muove di notte nei boschi dell'Altopiano d'Asiago, per chilometri e chilometri, anche se alcuni vorrebbero che “cambiasse aria”. Eppure, c’è anche chi pensa a una maglietta celebrativa in onore dell’orso che si chiama come Buzzati. L’assessore veneto al turismo Marino Finozzi, ad esempio, gli ha scritto persino una lettera. Dino, comunque, non è il solo orso del vicentino: il primo era stato KJ2G2, arrivato nella primavera 2008 per poi andarsene, presumibilmente, nell'autunno scorso. Molti turisti e residenti hanno cercato di scovarlo con il cannocchiale ai margini del bosco, ma l’orso, soprannominato Nuvoletta dagli agenti forestali per la sua capacità di muoversi con grande rapidità, era molto schivo, e non è mai sceso sotto i 1700-1800 metri, restando quindi sempre lontano da case, malghe e allevamenti. L'arrivo dell'orso ha rappresentato una festa per tutti: il Museo naturalistico didattico di Asiago aveva lanciato un concorso tra le scuole, al quale hanno aderito 18 classi locali per un totale di oltre 300 alunni. Alla fine si era scelto come soprannome Likkot, che in cimbro significa goloso, ritenuto il più bello tra i cinquanta nomi proposti dagli studenti, ai quali durante le lezioni sono state fornite le nozioni sull'universo degli orsi. Ora tocca a Dino che, tra una scorribanda e l'altra ai danni di ignari e poveri asini, in questi mesi ha trovato oltre ai suoi estimatori, anche qualche nemico. Ma molti, magari solo per un attimo, sognano di vederlo. Certo a una certa distanza.