L'Italia si scopre un paese di pistoleri
Vi ricordate quei film americani dove famiglie asseragliate per svariati motivi in casa trovavano nei cassetti e negli armadi un vero e proprio arsenale in grado di respingere qualsiasi attacco? "Solo in America!", si diceva davanti alla TV, con il porto d'armi facile e l'idea della giustizia fai da te con la fedele e personale "gun". Bene, oggi l'Italia si scopre più vicina agli States di quanto si potrebbe pensare. Dai dati ufficiali del Dipartimento Armi ed Espolosivi del Ministero dell’Interno, infatti, emerge che la passione per le armi nel nostro Paese è in forte e costante crescita da almeno quattro anni, con circa 10 milioni di esemplari regolarmente denunciati. Sarebbe riduttivo, tuttavia, spiegare questi dati ricordando la vasta popolazione di cacciatori presenti in Italia (circa 800 mila). L'analisi del Ministero ha infatti evidenziato come siano almeno 4 milioni le armi in possesso delle famiglie, a cui vanno aggiunti i 34mila privati che posseggono un porto d’armi, le oltre 50000 guardie giurate, i 178mila permessi per uso sportivo (tiro a volo o tiro a segno) e, appunto, i già ricordati cacciatori. E a questi, infine, si aggiungono i tre milioni di italiani che, invece, hanno in casa armi ereditate o inservibili, ossia quelle non utilizzabili. Insomma una vera e propria passione per le bocche di fuoco, che si è accentuata a partire dal 2003. Allora nella sola Capitale sono state avanzate 5.000 richieste per concessione di porto d’armi rispetto alle 9.800 richieste del 2005 ed alle 11.250 del 2006, anno che ha visto l'approvazione della legge 13 febbraio n. 59/06 che ha modificato l'articolo 52 del C.p. in materia di "difesa legittima". Da allora le richieste sono continuate a crescere, con Torino e Milano che, seguite da Roma e provincia, dal 2007 si sono guadagnate la leadership di metropoli più armate con circa 2 milioni di armi regolarmente detenute. Il colpo in canna, insomma, il mercato delle armi italiano ce l'ha sempre. Secondo le stime Eurispes (2008) ogni anno in Italia si producono in media oltre 600 mila armi, con una proporzione di detenzione di un’arma ogni dieci persone. Un giro d’affari che sfiora i 2 miliardi di euro tra produzione e indotto (abbigliamento, oggettistica, accessori). In tal senso le armi lunghe prodotte coprono il 70% dell’offerta europea, per le armi corte la percentuale scende al 20%.