Operai frustrati stracciano le tessere del sindacato

Roberto Amaglio

Frustrati, delusi e stanchi, tanto da prendere quella tessera su cui avevano investito soldi e speranze e riconsegnarla al sindacato. Questa la forte presa di posizione di 76 operai della Tdt di Livorno (Terminal Darsenal Toscana) che, in seguito alla mancanza di risultati e all'immobilismo della CGIL nella trattativa con l'azienda, hanno deciso di dare una violenta scossa al sindacato dimostrando con i fatti il loro disappunto. La vicenda nasce da lontano, ossia dagli scioperi di marzo che hanno portato a incrociare le braccia centinaia di operai. Motivo delle rimostranze il rinnovo di tredici contratti in scadenza, il pagamento del premio di produzione del 2009 e il calcolo degli incentivi per la produttività del 2010, oltre alle schermaglie sulla conferma del direttore del personale del Terminal, finito al centro delle critiche degli operai. Però ad aprile sembra arrivare uno spiraglio di luce. Il sindacato dei lavoratori invita i suoi tesserati a tornare a lavorare: le trattative sono avviate e sono nelle loro solide mani. Da allora, tuttavia, nessun segnale, nessuna novità e pochi miglioramenti; anzi, gli accordi presi ad Amburgo dai sindacati sono stati violati dall'azienda, in quanto il discusso direttore del personale del terminal di Livorno dovrebbe rimanere al suo posto. E' l'ultima goccia che fa traboccare il vaso: oggi gli operai hanno deciso di manifestare, non più contro l'azienda, bensì contro il loro sindacato Filt CGIL, reo di una linea soft, per non dire poco limpida, nei confronti della TdT. Del resto a essere alquanto scomoda e imbarazzante è la posizione del segretario provinciale Filt Maurizio Colombai, attualmente sindacalista ma anche consigliere della Compagnia che è socia di Tdt. Forse domani Colombai chiarirà la sua posizione, sciogliendo un conflitto d'interessi che è palese e fastidioso. Scossone arrivato forte e chiaro a destinazione. Del resto uno strappo del genere nella "rossa" toscana non poteva passare inosservato, nè in chiave mediatica nè tantomeno negli equilibri delle associazioni di categoria, le quali si sono subito impegnate per rispondere con un segnale ai lavoratori altrettanto forte. In tal senso, infatti, potrebbe essere decisiva per la credibilità del sindacato l'assemblea di giovedì con i vertici dell'azienda: se il meeting dovesse scadere in un tete a tete incapace di sciogliere le riserve sulle richieste dei lavoratori, allora non è escluso che i lavoratori tornino a incrociare le braccia. Questa volta, però, anche nei confronti della CGIL e della UIL.