Borse europee in ribasso
Dopo l'euforia di ieri per il maxipiano di salvataggio da 750 miliardi di euro, che ha fatto registrare il più grande rialzo giornalieri degli ultimi 17 mesi, le Borse europee aprono in ribasso con gli investitori che si fermano e i prezzi delle materie prime in calo che peseranno sui minerari. Madrid guida i ribassi (-2,5%). Mediamente l’indice paneuropeo Stoxx 600 perde l’1,3 per cento, mentre Milano e Parigi cedono entrambe l’1,7 per cento. A Francoforte il Dax perde l’1,61% a 5.921,30 punti mentre a Parigi il Cac40 segna un -1,18% a 3.676,26 punti. Londra perde l’1,3% a 5.329,79 punti. Per evitare che i Paesi europei facciano la stessa fine della Grecia, arriva il maxipiano di salvataggio da 720 miliardi, con la partecipazione dell'Fmi. A vararlo, dopo dieci ore di negoziati, diversi incontri bilaterali e due conference call a livello del G7, sono stati i ministri finanziari dell'Unione riuniti a Bruxelles. Anche il presidente Usa, Barack Obama, ha telefonato al francese Nicolas Sarkozy e alla cancelliera tedesca, Angela Merkel, sottolineando la necessità di una «risposta forte» da parte dell'Europa per ridare fiducia ai mercati. Il piano piace alle Borse, che mettono il turbo. Il ministro Giulio Tremonti, intervistato da Sky, assicura: "Ora l'Europa è molto più forte". E aggiunge "abbiamo temuto non che fosse più debole, ma che alla fine si dissolvesse; invece ha dimostrato di essere capace di fare il bene di tutti". Festa sui mercati - Piazza Affari chiude in rialzo dell'11,28% a 20.971,21 punti e il Ftse All-Share del 10,49% a 21.547,32. Festeggi anche Atene che chiude con un guadagno del 9,13% a 1.779,30 mentre Madrid termina la sessione con un +14,43%, e Lisbona con un +10,73%. Forte anche il balzo delle altre Borse: rialzi guidati da Parigi che chiude con un +9,66% a 3.720,29, seguita da Amsterdam (+7,33% a 335,24), Francoforte (+5,3% a 6017,91), Londra (+5,16% a 5.387,42), Zurigo (+4,45% a 6.481,95). Mette il turbo anche Wall street sulla scia del maxi-piano Ue. Il Dow Jones sale dell 2,86% a 10.677,29 punti e poi avanza oltre il 3%. Lo Standard And Poor's cresce del 3,07% a 1..145 punti e il Nasdaq avanza del 4,63% a 2.370,46 punti. Lo scudo "anti-speculazione" deciso dall'Ecofin mette in campo prestiti per 60 miliardi di euro da parte della Commissione Ue, che potrà raccogliere sul mercato prestiti, offrendo come garanzia fondi del bilancio comunitario a favore dei Paesi che fossero sotto attacco speculativo ed avessero difficoltà a reperire capitali sui mercati. Nel pacchetto ci sono poi 440 miliardi che dovrebbero prendere la forma di prestiti bilaterali da parte degli Stati membri della zona dell'euro, sul modello del piano salva Grecia. Nel dettaglio, si prevede che la quota dell'Fmi rappresenti la metà di quella messa in campo dagli Stati membri, cioè fino a 220 miliardi. Per questo l'ammontare complessivo del fondo potrebbe arrivare fino a 720 miliardi. Inoltre sull'onda dei provvedimenti presi dall’Ecofin, la Bce ha annunciato l'acquisto di titoli del debito pubblico e privato nell’Eurozona sul mercato secondario. I ministri delle finanze hanno anche accolto l'appello alla disciplina di bilancio e di rigore monetario lanciato venerdì notte dai leader dell'Eurozona. La Germania in particolare ha chiesto che venissero dettagliate le condizioni alle quali devono sottostare i Paesi maggiormente a rischio che per primi potrebbero dover ricorrere al fondo. Di qui l'invito alla Spagna e al Portogallo ad adottare nuove misure per la correzione del deficit. In particolare è stata chiesta una manovra aggiuntiva pari all'1,5% del Pil quest'anno, e una pari al 2% del Pil l'anno prossimo. L'importo definitivo sarà deciso nei prossimi giorni. A Bruxelles, mercoledì prossimo, insieme ai vertici della Bce e della Commissione Ue, i 27 si riuniranno per riformare il Patto di stabilità e di crescita, guidata dal presidente Ue Herman Van Rompuy. Nel testo dell'accordo, infine, l'Ecofin si impegna ad approfondire l'ipotesi di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie e ad accelerare la revisione delle norme e della vigilanza sul mercato dei derivati e il ruolo delle agenzie di rating. "La situazione è seria". E se lo dice Angela Merkel, la cancelliera tedesca "accusata" da più parti di essere intervenuta troppo tardi a salvare la Grecia, c'è da avere paura. E a questo punto le Cassandre che da mesi predicano la fine dell'euro rischiano di trasformarsi in abili profeti. Da ieri sera i tecnici dell'Europa unita sono al lavoro per mettere a punto un piano salva Europa, che sostanzialmente dovrebbe fondarsi sul rafforzamento del patto di stabilità; il rafforzamento del coordinamento delle politiche di bilancio nazionali; la regolamentazione dei mercati finanziari, di derivati e Cds e delle agenzie di rating, giudicate corresponsabili degli attacchi speculativi ingiustificati rispetto ai fondamentali dell'economia reale dei paesi sotto schiaffo. A questi punti "generali" dovrebbe aggiungersi una manovra operativa immediatamente, ovvero un fondo d’emergenza per i Paesi in difficoltà. La proposta, sponsorizzata soprattutto da italiani e francesi, ha trovato il consenso persino di Berlino, che solo due anni fa - in concomitanza con l'esplosione della crisi finanziaria - aveva opposto un netto rifiuto a questo piano. Ma anche la Germania, come dimostrano le parole di Merkel oggi, si è resa conto che è tempo di correre ai ripari. "La situazione è seria", ha detto oggi pomeriggio la cancelliera tedesca Angela Merkel ai giornalisti a Berlino dopo aver incontrato il primo ministro canadese Stephen Harper. "Se guardate agli spread di venerdì o giovedì, vedrete che stiamo affrontando uno sviluppo che non è positivo in diversi Paesi, non in uno solo", ha aggiunto. Il cancelliere tedesco ha detto che i leader della zona euro hanno presa la giusta decisione venerdì, quando si sono accordati su misure speciali da preparare prima che i mercati riaprano lunedì. Preoccupato anche il presidente della Bce, Jean Claude Trichet: "Siamo di fronte a una crisi sistemica - ha detto il governatore - Dobbiamo accelerare la regolamentazione dei mercati finanziari. Il tempo stringe, dobbiamo fare presto". Il fondo di emergenza - Intanto i servizi della Commissione europea sono al lavoro da venerdì notte per elaborare la proposta del "meccanismo europeo di stabilizzazione per preservare la stabilità finanziaria in Europa", in pratica un fondo d'emergenza per i paesi in difficoltà. La proposta, che fin qui sembrava pura eresia per l'ortodossia tedesca su cui si basa l'euro, è basata sul riconoscimento delle "circostanze eccezionali" in cui la crisi greca, i ritardi e le titubanze dei governi dell’eurozona (e di Berlino in particolare) e l'irrazionalità dei mercati hanno gettato tutta l'Europa, arrivando ad allarmare anche gli Usa e il G7. Tutto deve essere pronto per la riunione straordinaria della Commissione di domani, domenica, con inizio alle 13 a Bruxelles. Il ruolo della Bce - Anche la Bce sarà chiamata a fare la sua parte nel piano di salvataggio dell'Europa. Per la precisione la Banca centrale europea, guidata da Trichet, potrà essere "costretta" ad acquistare titoli del debito pubblico dei Paesi in crisi (dalla Grecia a tutti gli altri Paesi giudicati a rischio, in primis Portogallo, Spagna, Irlanda e Italia). Si parla in pratica di varare un meccanismo simile a quello degli Eurobond, con la Commissione europea che presterebbe denaro (preso dall'apposito fondo in via di costituzione) ai Paesi in difficoltà dietro garanzia di titoli emessi dagli stessi. La riunione di domenica è stata convocata d'urgenza da José Manuel Barroso per le 13 dopo la decisione di venerdì notte da parte del vertice dell'Eurozona di creare il meccanismo di stabilizzazione. Per la prima volta nella storia dell'euro si ricorrerà all’articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell'Unione, quello che prevede, appunto, misure strordinarie per fronteggiare circostanze eccezionali. La Commissione dovrà tra l'altro varare il piano salva-Stati che sarà poi discusso, nel pomeriggio, dai ministri delle Finanze dei 27, a cui per l'Italia parteciperà Giulio Tremonti. Berlusconi annulla il viaggio a Mosca - Che il clima sia da allarme rosso lo dimostra anche il fatto che il nostro premier - tra i fautori del fondo di emergenza - ha cancellato la visita a Mosca, prevista per l'anniversario della vittoria russa nella Seconda guerra mondiale. Anche Nicolas Sarkozy ha annullato il viaggio nella capitale russa per lo stesso motivo.