"Mia moglie lavorò per Anemone"
Bertolaso si porta avanti. Vista l'aria che tira, ha convocato una conferenza stampa per dire che lui con Anemone ha fatto affari in famiglia. Ma tutti regolari. Nessuna casa pagata "per sbaglio". Gli appalti non li ha assegnati lui, il costruttore della cricca se l'è ritrovato, e sua moglie ha ricevuto soldi, ma tutti fatturati. L'excusatio bertolasiana è frutto del clima di terrore che si respira in questi giorni, da quando il ministro Scajola ha preferito dimettersi piuttosto che restare nel polverone. Anche la moglie di Guido Bertolaso, Gloria Piermarini, dunque, è finita sul libro paga di Anemone. E' lo stesso capo della Protezione Civile a chiarirlo nel corso della conferenza stampa indetta oggi pomeriggio a Palazzo Chigi per approfondire gli sviluppi dell'inchiesta sull'imprenditore romano e per cui Guido Bertolaso è stato ascoltato sei ore dagli inquirenti di Perugia. Mia moglie, professionista in giardini, ebbe lavori da Anemone per il Salaria sport center. Ricevette 25.000 euro regolarmente fatturati per gli studi preliminari. A mia moglie, dopo avere pagato i suoi colleghi, rimasero solo 7-8 mila euro regolarmente denunciati. "Mia moglie, professionista in giardini, ebbe lavori da Anemone per il Salaria sport center. Ricevette 25000 euro regolarmente fatturati per gli studi preliminari. A mia moglie, dopo avere pagato i suoi colleghi, rimasero solo 7-8 mila euro regolarmente denunciati nella dichiarazione dei redditi". Queste le memorie di Bertolaso, che comunque ebbe contatti con Anemone anche prima dell'affidamento dei lavori a sua moglie, come lui stesso precisa. "Anemone fece lavori di falegnameria nella casa dove abita mia moglie. Per quelle opere gli versai un assegno di 20mila euro". Contatti completamente legali e registrati nelle dichiarazioni dei redditi, sostiene Bertolaso, senza altri sviluppi nè regali da parte dell'imprenditore Anemone. "Nessuna casa mi è stata ristrutturata o pagata da Anemone. Nessun albergo mi è stato pagato per settimane. Nessun parente è stato assunto da Anemone. Nessun viaggio di pacere mi è stato pagato, tant'è vero che speravo nell'archiviazione, anche se continuo ad avere fiducia nella Giustizia", tiene a precisare Bertolaso, che aggiunge anche come non sia accaduto nulla al Salario Sport village con le massaggiatrici Francesca e Monica. "Francesca - ha detto - è una signora molto seria . E’ una grande professionista conosciuta in tutta Roma. Monica ha detto di avermi fatto vedere le stelle? Ti credo, mi ha "sconocchiato", come si dice a Roma, ossia mi ha fatto un massaggio estremamente valido; per questo ho visto le stelle, non certo per altri motivi". Intanto la Protezione Civile non si costituirà parte civile nel caso Anemone e grandi Appalti. "Valuteremo tale opportunità solo al termine delle indagini", ha concluso Bertolaso. "Anemone non l’ho scelto io, ma è stato scelto sulla base di una gara dal soggetto attuatore che aveva l'unica responsabilità dei lavori". E’ uno dei passaggi della conferenza stampa a Palazzo Chigi del capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, nella quale ha ricostruito le vicende degli appalti alla Maddalena e gli altri aspetti legati all’inchesta giudiziaria che lo vede coinvolto. "Il 31 dicembre 2009 chiamai Balducci per fare gli auguri di Capodanno: l’intercettazione guarda caso non c'è, l’ho chiesta, ma non l’ho ottenuta". Guido Bertolaso lamenta la mancata disponibilità di "tutte le intercettazioni" che dovrebbero essere agli atti dell’inchiesta sui lavori del G8. "Di intercettazione - spiega - c'è quella, successiva, di Balducci che dice ad Anemone di aver parlato con me e che io avrei parlato di Anemone come del 'nostro capo'. Il problema è che io non l’ho mai detto, ed è per questo che manca il testo della telefonata".