L'Iran non spegne il nucleare
Gli Stati Uniti "sono i responsabili della proliferazione nucleare. L'utilizzo di armi nucleari da parte degli Usa ha scatenato una corsa al nucleare". Su queste affermazioni del presidente iraniano Ahmadinejad alcune delegazioni occidentali, Italia, Usa Gran Bretagna e Francia, hanno lasciato la sala del Palazzo dell'Onu, dove si teneva la conferenza quinquennale di revisione del Trattato di non Proliferazione nucleare (Tpn). E' caduta nel vuoto così la richiesta del premier di eliminare le armi nucleari americane dai Paesi in questione. "L'Iran non rinuncerà a nessuno dei suoi diritti inalienabili sul nucleare". Questo in sintesi l'Ahmadinejad pensiero espresso nel corso dell'"incontro". Il discorso è basato solo sulla sicurezza, vista come diritto dell'Iran di sviluppare il nucleare civile per disincentivare le potenze nemiche a utilizzare armi atomiche. La visita è volta a "consegnare al mondo il messaggio di pace e di amicizia dell’Iran e a dimostrare che la Repubblica iraniana è più potente che mai mentre l’arroganza globale si è indebolita", sostiene Forouzandeh. E ancora, "La partecipazione di Ahmadinejad alla Tpn è la prova che l’Iran vuole una pace durevole e la sicurezza nel mondo, al contrario dei paesi colonialisti che minacciano gli altri con le bombe nucleari, i quali proseguono con estrema lentezza al disarmo". Scambio combustibile - L'Iran «ha accettato la proposta di scambio» di combustibile nucleare avanzata dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea). Secondo la bozza d'accordo, Teheran dovrebbe consegnare il suo uranio arricchito al 3,5 per cento ricevendo in cambio combustibile nucleare arricchito al 20 per cento. Il problema è proprio nelle modalità, Teheran continua a chiedere uno scambio sul proprio territorio, mentre le potenze occidentali e la Russia si oppongono a questa formula.