Di Pietro: "Basta essere sudditi del Pd"

Eleonora Crisafulli

Destreggiandosi tra la frattura interna al Pdl e l'eterna crisi del Partito Democratico, il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, tenta una nuova mossa e dalle pagine dei giornali richiama i suoi per la "rivoluzione". L'ex magistrato annuncia un incontro a Firenze "per iniziare a preparare il programma e la squadra con la quale presentarci alle prossime politiche".  L'obiettivo non è certo di poche pretese: "Intendiamo rivoluzionare il quadro politico attuale che si basa sul Pd e una miriade di satelliti che gli ruotano attorno. La protesta si divide in mille rivoli se non viene organizzata e finalizzata". Non mi permetto di mettere veti o fare proposte, anche perché penso che lontano dal nostro naso, ci possa essere il personaggio capace di rappresentare tutti Al miniconvegno parteciperanno con certezza solo Di Pietro, De Magistris e Nichi Vendola. In forse invece la presenza di Ignazio Marino: "Allo stato non sappiamo cosa voglia fare". E smentita quella di Michele Santoro, un personaggio, dice Di Pietro, "che non deve essere tirato per la giacchetta. Con lui non ho mai parlato di attività politiche". Tutto questo perché "è giunto il momento di lanciare un progetto di cui faccia parte anche il Pd ma che superi la sudditanza verso questo partito". Non solo. E' anche necessario trovare "entro un anno la persona capace di rappresentare la coalizione". Di Pietro non si candida: "Ho fatto il Rambo al fronte, parlo a una parte della coalizione". Servirebbe invece una persona "che sappia parlare alla popolazione in modo trasversale e che non rappresenti una sola identità strutturata". E poi: "Non mi permetto di mettere veti o fare proposte, anche perché penso che lontano dal nostro naso, ci possa essere il personaggio capace di rappresentare tutti". Ma lontano quanto? Fino a ripescare tra i vecchi leader dei vecchi partiti?