Grecia, Berlino frena sugli aiuti

Eleonora Crisafulli

La Germania continua a frenare sulla concessione degli aiuti Ue-Fmi alla Grecia. «Prima faccia i compiti a casa, poi avrà gli aiuti» dice ironico il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, a proposito del prestito, che Atene ha chiesto formalmente venerdì scorso. Da Lussemburgo, dove si trova per la riunione con i colleghi dei 27 Paesi dell'Unione, il ministro ha spiegato: «Il governo non ha ancora preso una decisione sugli aiuti. Questo significa che la decisione può andare in una direzione o in un'altra». Ma «dare soldi troppo presto allontanerebbe la Grecia dal fare i compiti a casa con la necessaria diligenza e disciplina». Solidarietà - Al vertice partecipa anche il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, preoccupato per alcune «rigidità della Germania» e per il rischio che il caso si estenda ad altri Paesi: «Credo che se il rischio della Grecia si contamina ad altri Paesi, si è parlato del Portogallo, questo vuol dire che è proprio la casa comune europea che dobbiamo salvare. E siccome nella casa comune ci siamo anche noi è evidente che non possiamo non essere solidali. Anche se qualcuno ha dei dubbi, credo che debba prevalere la solidarietà, questo è un interesse ed una necessità, non solo un dovere morale». I compiti a casa - D'altra parte è vero che la Grecia dovrebbe fare «un passo credibile. L'Italia è stata in grado di fare una finanziaria triennale bloccando e blindando i conti pubblici, perché non dovrebbe riuscirsi la Grecia?». E chiedere misure di medio termine al Paese in crisi non è «chiedere l'impossibile». La tenuta del «rigore annunciato e promesso deve essere confermata dai fatti. Noi abbiamo molta fiducia in Papandreou e credo che dietro di lui vi debba essere unità nazionale».