Pochi soldi? Il sindaco pulisce il comune
Lo scorso 8 aprile aveva riconsegnato al Prefetto la propria fascia tricolore in segno di protesta contro il Patto di Stabilità. Oggi Luciano Grandi, sindaco leghista di Castronno (paese da quasi 6000 anime alle porte di Varese), fa di più e munendosi di prodotti di pulizia, stracci e spugnette si è messo a lavare i vetri e le finestre del proprio municipio. Un piccolo risparmio (si parla di 5400 euro all'anno per il servizio di pulizia), ma in tempi di ristrettezza economica e di segnali forti contro il contestato patto, è tutto grasso che cola per sensibilizzare l'opinione pubblica sul laccio emostatico che strangola le amministrazioni pubbliche. «Sì, è una piccola cifra - ammette Grandi - e so benissimo che agendo così si toglie lavoro ad altre persone, però la situazione è critica e andava dato un segnale». Qualche boccata d'ossigeno potrebbe venire dal 5 per mille, su cui c'è una contestata proposta dei sindaci di devolverlo al proprio comune. «Non si vuole togliere alcunchè alle associazioni, però anche noi - tiene ad aggiungere il primo cittadino varesotto - ci dobbiamo occupare del sociale e spesso non possiamo». I servizi sociali, a Castronno, pesano per 700mila euro su un bilancio annuale di 4,5 milioni. «Quest'anno abbiamo dovuto tagliare sui lavori pubblici e sulla cultura. E dopo?». Un'iniziativa senza dubbio originale, che tuttavia ha degli altrettanto curiosi precedenti. Rimanendo in ambito delle pulizie, a inizio gennaio a Blello, un piccolo paesino bergamasco in alta Val Brembana, a rimboccarsi le maniche furono le mogli del sindaco e degli assessori. Cambiando genere, invece, nel 2005 al sindaco di Cancellara Pasquale Calocero, comune alle porte di Potenza, toccò custodire il cimitero nei giorni festivi causa blocco delle assunzioni e mancanza di lavoratori lsu, ossia gli operatori socialmente utili reclutati dalla Regione. Proseguendo nei precedenti, nel 2004 nel ragusano, più precisamente a Santa Croce Camerina, sindaco e assessori misero mano al portafoglio e si dimezzarono per sei mesi l'indennità di carica, per fronteggiare un taglio di 70 milioni di euro di trasferimenti statali. E dal 1964 sindaco e assessori di una paese del comasco, Proserpio, poco meno di mille abitanti, svolgono i loro incarichi senza stipendio lasciando i soldi nella casse comunali. Il premio originalità però, va al comune di Villa Faraldi, in provincia di Imperia. A fine 2007 il sindaco Giacomo Chiappori propose di affittare alle prostitute le 5 mila case sfitte del Comune. Si prospettavano ingenti entrate, ma purtroppo per i conti pubblici l'iniziativa non portò i risultati sperati.