Bersani strizza l'occhio a Fini: unire opposizioni
Le opposizioni si uniscano contro la deriva. Così il leader del Pd, Pierluigi Bersani, cogliendo l'imperdibile occasione dello scontro interno al Pdl, si prepara il terreno per un'eventuale alleanza allargata. Le "forze" di centrosinistra non bastano a mandare a casa il Cavaliere, serve "un impegno più forte a discutere e concertare l'azione parlamentare e un lavoro per stringere i contenuti dell'alternativa. Le tensioni nella maggioranza in futuro sono certe, gli esiti imprevedibili. Le forze di opposizione non possono sottovalutare i rischi che Berlusconi per un verso e la Lega per l'altro possono dare per accelerare una situazione che non riescono ad affrontare. Serve una responsabilità nuova". "Alternative", "responsabilità nuove" e "accelerazioni al confronto" hanno tanto l'aria di essere giri di parole per evitare di pronunciare un nome, quello dell'ex di An e quasi ex del Pdl, Gianfranco Fini. Il presidente della Camera "con i suoi ha sostenuto e votato tutte le decisioni di questo e degli altri governi del centrodestra, ma ora propone con nettezza un'altra piattaforma: nella politica economica, nei rischi di deriva plebiscitaria, nel tema dell'unità del Paese". Temi, ribadisce il segretario Pd, "assolutamente veri e assolutamente irrisolvibili nel Pdl e nella maggioranza dove Fini si trova". Per Bersani "siamo di fronte ad una situazione estremamente confusa. Il Paese, pieno di problemi, assiste attonito a lacerazioni molto profonde nella maggioranza che in un colpo solo ha distrutto tutta la retorica berlusconiana dei cieli azzurri e dei mondi felici". In tutta questa confusione, Bersani vorrebbe forse far risorgere il centrosinistra con l'aiuto dei finiani. Un patto largo - Il leader del Pd, che nei giorni scorsi ha già incontrato il numero uno dell'Idv, Antonio Di Pietro, ha annunciato che continuerà "colloqui e verifiche" con le altre forze di opposizione dentro e fuori il parlamento: "Dalle opposizioni deve arrivare un appello ad altre forze ma anche a energie sociali ed economiche su due questioni fondamentali: cambiare l'agenda della politica per occuparsi di questioni sociali e un confronto in Parlamento per dare al bipolarismo una forma efficace, più moderna e saldamente costituzionale che blocchi i rischi di derive plebiscitarie. Bisogna rivolgersi ad altri partiti ma anche a forze sociali ed economiche perché reagire ad una democrazia plebiscitaria, che ha dimostrato di non saper decidere, non è solo questione di opposizioni. Serve un patto largo in Parlamento". Stiamo cercando di stringere i bulloni come forze di opposizione e di dare messaggi non solo all'opposizione, perché quando parliamo di patto repubblicano per evitare una deriva plebiscitaria e per cambiare l'agenda del Paese, ci rivolgiamo anche a persone, a forze che sono oltre il centrosinistra Oltre il centrosinistra - Le dichiarazioni di oggi si aggiungono alle mezze frasi di ieri. Da Genova a margine della commemorazione del 25 aprile allo stabililmento di Ansaldo Energia, Bersani aveva già strizzato l'occhio a Gianfranco: "Stiamo cercando di stringere i bulloni come forze di opposizione e di dare messaggi non solo all'opposizione, perché quando parliamo di patto repubblicano per evitare una deriva plebiscitaria e per cambiare l'agenda del Paese, ci rivolgiamo anche a persone, a forze che sono oltre il centrosinistra". Poi, a fine giornata alla richiesta di ulteriori chiarimenti, Bersani aveva avanzato una debole smentita: "Non stiamo facendo tatticismi, stiamo dicendo che se non sono in grado di governare lo dicano. È l'ora per noi di presentare una proposta positiva di alternativa alla politica del Pdl e della Lega. Fini alleato insospettabile? Questi sono politicismi. Fini ha sollevato problemi reali nel contesto di un partito padronale che non è in grado di affrontare la discussione perché la trasforma in rissa come si è visto". La replica di Bocchino - A sorpresa, il primo a replicare a Bersani è Italo Bocchino, il vicepresidente dei deputati del Pdl e fedelissimo di Fini, che con un acceso diverbio in tv con il berlusconiano Maurizio Lupi, aveva già anticipato la frattura insanabile nel partito dell’amore. Bersani è un nostro avversario politico. La nostra casa è il Pdl che insieme alla Lega deve continuare a sconfiggere il centrosinistraPer Bocchino il “patto largo” è "un’ipotesi lunare, che appartiene alla fantapolitica, una proposta che va respinta al mittente senza se e senza ma. Bersani è un nostro avversario politico. La nostra casa è il Pdl che insieme alla Lega deve continuare a sconfiggere il centrosinistra".