I giovani italiani non sono più soli
Mai più soli. I bambini e gli adolescenti italiani non soffrono per niente di solitudine. Secondo una recente indagine condotta da Italo Farnetani, pediatra e docente dell'dell'Università di Milano Bicocca non è vero che i giovani italiani si sentono soli, con pochi amici e con mamma e papà sempre assenti. Al contrario. «Spesso vivono in belle famiglie, con i genitori che si dedicano a loro, la presenza dei nonni e la possibilità di frequentare e ospitare i coetanei _ dice Farnetani _ E dal 1998 a oggi è aumentato il tempo che le mamme e i papà dedicano ai figli. Non dimentichiamo che che i bambini e gli adolescenti italiani nel 75% dei casi, cioè 3 su 4, hanno almeno un fratello o una sorella». L'indagine, condotta anche sulla base dei dati Istat, è stata pubblicata sulla rivista della Sima (Società italiana di medicina dell'adolescenza). In famiglia si passa sempre più tempo insieme. Dalla ricerca è emerso in particolare che gli under 18 nel 54,7% hanno un fratello (o sorella), nel 19,9% due o più fratelli e solo il 25,4% è figlio unico. Così i fratellini più piccoli giocano insieme nel 57,5% dei casi, e con l'età il tempo trascorso insieme aumenta. Infatti dai sei ai dieci anni la percentuale sale al 65,6%. A questi si affiancano i genitori. «Il numero dei bambini che nei giorni festivi, tradizionale momento in cui i genitori si dedicano ai figli, gioca con la madre è aumentato del 46,8%, mentre con il padre il 45,5% rispetto al '98». Ma si è allungato ancora di più il tempo che i genitori, in particolare i papà, dedicano ai figli negli altri giorni della settimana. «Una continuità relazionale che modifica lo stile di vita familiare: il numero dei bambini che, nei giorni feriali gioca con la madre è aumentato del 58,5%, con il padre dell'85,3%», aggiunge l'esperto. Accanto ai genitori ci sono poi i nonni, con i quali, fino all'età di dieci anni, gioca un bambino su quattro. Anche i parenti sono ben voluti. Un numero maggiore di giovani si diverte con i parenti, in particolare i cugini. A conti fatti i bambini hanno sempre qualcuno intorno. Solo una picola percentuale, il 2,3%, gioca sempre da solo. Questi dati, quindi, smentiscono anche l'idea che in Italia esista ormai solo la famiglia nucleare. Al contrario, dice il pediatra, è ormai «allargata» ai nonni che abitano vicino ai nipoti e sono molto presenti. «È chiaro che una realtà familiare affettivamente forte, come quella che emerge dai dati precedenti, garantirà un ambiente favorevole per un armonico sviluppo della persona _ dice il pediatra _ e questo dimostra perchè, tutto sommato, oggi gli adolescenti italiani sono 'bravi ragazzì, al di là dei fenomeni di bullismo o aggressività che finiscono sui giornali _ continua _ Ragazzi che hanno avuto un'infanzia caratterizzata da una presenza familiare forte e significativa avranno instaurato con i propri genitori una relazione di dialogo e di fiducia che è importante promuovere, in modo che i genitori, oltre all'aiuto diretto ai figli, possano individuare eventuali situazioni di molestie o di disagio. Inoltre, proprio in base a questo forte legame familiare, è importante coinvolgere maggiormente i genitori nelle consultazioni mediche, anche _ conclude _ quando i piccoli di casa sono ormai cresciuti».