Montezemolo scende dalla Fiat, ma non va in politica
Un nuovo presidente. Ormai è ufficiale: Luca Cordero di Montezemolo lascia il gruppo Fiat e cede la presidenza al giovane John Elkan, già vicepresidente del gruppo. Montezemolo resterà comunque a capo della Ferrari e nel consiglio di amministrazione Fiat. La decisione definitiva è stata presa questa mattina quando il cda, preso atto delle dimissioni di Montezemolo, si è riunito presso il Lingotto di Torino, uno dei principali stabilimenti di produzione della Fiat. Il consiglio non ha mancato di ringraziare l'ormai ex presidente per il lavoro egregiamente svolto in un periodo particolarmente difficile e delicato per l'azienda torinese. Ieri, la vigilia dell'annuncio - Alla vigilia dell'annuncio del nuovo piano industriale di Fiat, che quasi certamente sancirà il definitivo scorporo delle attività auto dalla capogruppo, Montezemolo annuncia le sue dimissioni da presidente. "Il mio ruolo di traghettatore è concluso. Di fronte ad un piano industriale che apre un ciclo nuovo della Fiat ho ritenuto che il mio ruolo fosse terminato", ha spiegato Luca Cordero di Montezemolo, alla conferenza stampa in corso a Torino in cui è stata annunciata ufficialmente la nuova presidenza di John Elkann. Montezemolo ha escluso categoricamente di voler scendere in politica: "Ho intenzione di continuare a fare il mio lavoro alla Ferrari e poi c'è una grande avventura imprenditoriale che mi interessa moltissimo quindi la risposta, a chi mi domanda se scenderò in politica, è no". Anche se, ammette, il fatto di non essere più presidente della prima azienda industriale italiana gli lascerà più tempo e gli "permetterà di esprimere più liberamente certe opinioni". John Elkann, invece, ha detto che non ci saranno vicepresidenti di Fiat. Dunque, con le dimissioni di Montezemolo da presidente, il nuovo organigramma del gruppo ai vertici vede come presidente il giovane Elkann e come amministratore delegato Sergio Marchionne. Anche se domani, con la presentazione del piano industriale, potrebbero esserci novità anche su questo fronte. Nessuna discesa in politica per Montezemolo - A coloro che ritengono sempre più probabile un futuro in politica del manager, soprattutto ora che è più "libero" dagli impegni derivanti dalla Fiat, Montezemolo ha risposto: «Io in politica? Se rinascerò, in un'altra vita. Forse, allora, vedrò...». «Nella vita ognuno deve cercare di fare al meglio il suo mestiere. Ho ricevuto pressioni ed insistenze importanti quando ero in Confindustria - ha detto il presidente di Fiat - ma ci tenevo a finire il mio mandato né volevo che si pensasse che mi ero servito di Confindustria per fare carriera politica, come in passato qualche presidente ha fatto. E poi ho una grandissima passione per il mestiere che faccio». Al dibattito politico e sociale, conclude Montezemolo, «cerco di dare il mio contributo con la fondazione Italia Futura». Escluso - per ora - ingresso Marchionne nella Sapaz - Per adesso John Elkann esclude l'ingresso come azionista al fianco della famiglia di Sergio Marchionne nell'accomandita. La Sapaz, che a pioggia controlla Exor che controlla Fiat, è la società in accomandita dove sono riuniti tutti i rami della famiglia e di cui gli Elkann, John Lapo e Ginevra, controllano la quota di maggioranza relativa. "Ci sono diversi discorsi sulla accomandita, però la tendenza da parte della famiglia è di avere una accomandita con sempre più familiari al suo interno" ha detto il vice presidente della Fiat John Elkann rispondendo alle domande dei giornalisti su un possibile ingresso di Sergio Marchionne nella accomandita. Domani il piano industriale - Mercoledì 21 il cda di Fiat presenterà il piano strategico di sviluppo dell'azienda 2010-2014. Un piano che prevede una sempre maggiore internazionalizzazione della società torinese, anche in considerazione dell'acquisto di Chrysler. Secondo alcuni osservatori attenti del mondo Fiat, l'amministratore delegato Sergio Marchionne annuncerà lo scorporo o (spin off) di Fiat auto, di cui lui diventerà presidente e ad. Il resto dell'azienda, dunque le attività di produzione di trattori, camion e la società editoriale che pubblica La Stampa, resteranno sotto il cappello di Fiat Gruppo, che sarà presieduto da John Elkann. Sul piano, Montezemolo ha detto "è un piano che approvo totalmente. Un piano ambizioso, importante e decisivo per il Lingotto che porta a stabilire il 2014 come punto di arrivo". E proprio per non guastare la giornata di domani, Montezemolo ha scelto di rassegnare oggi le proprie dimissioni. "Domani è una giornata importante, piena, ricca di cose con un consiglio d’amministrazione lungo che deve approvare la trimestrale e poi l’investor day - ha detto rispondendo ai giornalisti che chiedevano il perchè della coincidenza delle due date -. Non volevo e non volevamo che la giornata di domani, che sarà dedicata ai temi del futuro, potesse in qualche modo essere guastata da domande sul ruolo di Montezemolo". Cosa prevede lo scorporo? - Il piano Fiat che sarà presentato mercoledì indicherà gli obiettivi finanziari e industriali, ma chiarirà anche se la strada che Sergio Marchionne intende imboccare è quella dello scorporo dal gruppo del settore auto per collocarlo in Borsa. Le ipotesi allo studio sono due: quella di creare una società nella quale fare confluire le attività auto di Fiat e Chrysler lasciando nella vecchia società le altre attività industriali (Iveco, Cnh, Teksid, Magneti Marelli, Comau) o togliere dalla Fiat le attività non auto. Oltre alle modalità, se l'operazione sarà varata, bisognerà capire i tempi entro i quali verrà attuata. Ancora incerti i tempi e le modalità delle eventuali operazioni. In prospettiva si potrebbe arrivare a una diluizione della quota di controllo della dinastia torinese che manterrebbe comunque, con la finanziaria Exor, una quota rilevante. Un anno fa John Elkann non ha escluso che, nel caso di un'alleanza, la famiglia possa rinunciare al controllo: «purché sia un buon matrimonio». L'obiettivo è rendere l'Auto un business forte per competere a livello mondiale e quindi in grado di portare valore agli azionisti. Il titolo Fiat in Borsa - Dopo l'annuncio delle dimissioni di Montezemolo dalla presidenza di Fiat, il titolo del gruppo è balzato in avanti di quasi il 10%. Attorno alle 16.30, le azioni segnavano un rialzo dell'8,65% a 10,36 euro (10,45 euro il massimo di giornata), con oltre 100 mila pezzi passati di mano (meno di trentamila la media giornaliera dell’ultimo mese), pari al 9,1% del capitale. Le quotazioni di Fiat sono sostenute anche dall'ipotesi che domani il gruppo possa annunciare lo scorporo del settore auto. Montezemolo ha risposto con un secco no a chi gli chiedeva se la sua decisione di lasciare la presidenza della Fiat fosse legata allo spin off dell’auto.