I trans di Marrazzo rischiano la vita
Rischiano la vita i trans del caso Marrazzo, e per questo la Procura di Roma chiede di poter interrogare in sede di incidente probatorio i sei transessuali coinvolti nella vicenda e i tre stranieri che avrebbero subito rapine da parte dei carabinieri accusati dell'estorsione all'ex presidente regionale. È la nuova svolta delle indagini sul caso Marrazzo. Nella richiesta al gip procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal pm Rodolfo Sabelli fanno riferimento anche al tragico epilogo della vicenda del transessuale Brenda, «dapprima percosso e poi forse ucciso». «Si tratta di persone che proprio per la precarietà della loro condizione - si legge nella richiesta al gip - sono particolarmente esposte ad atti di violenza o di minaccia». A ciò si aggiunge anche il rischio che i trans, sprovvisti di permesso di soggiorno,«possano rendersi irreperibili e quindi non esaminati nel corso del dibattimento». Il gip di Roma Renato Laviola deciderà nei prossimi giorni. La decisione dovrà tenere conto anche delle deduzioni e delle considerazioni che saranno proposte dai difensori dei quattro carabinieri indagati per il presunto ricatto organizzato nei confronti dell'ex presidente della Regione Lazio. I titolari dell'inchiesta giudiziaria ritengono necessario che la versione di questi testimoni sia acquisita per tempo alla luce del loro status di irregolari nel nostro paese (circostanza che potrebbe indurli a lasciare l'Italia) e anche dei possibili pericoli che potrebbero correre nella loro veste di testi. Tra le persone che i magistrati intendono far sentire dal gip ci sono Natalì, la trans sorpresa insieme con Marrazzo nel corso del blitz dei carabinieri nel luglio scorso in via Gradoli, e Jennifer, la convivente di Gianguarino Cafasso, il pusher morto all'inizio di settembre in seguito ad una overdose di eroina mascherata da cocaina.