Dell'Utri, chiesti 11 anni di carcere

Monica Rizzello

Il procuratore generale di Palermo Nino Gatto ha chiesto 11 anni di carcere per il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, per concorso in associazione mafiosa. In primo grado aveva avuto 9 anni. L'accusa ha chiesto, poi, a marzo, un nuovo stop della requisitoria per l'interrogatorio di Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo Vito, ma la corte ha respinto l'istanza dichiarando la testimonianza «non assolutamente necessaria». Il processo è stato rinviato al 30 aprile per l'inizio delle arringhe difensive. Secondo il procuratore generale, il quadro accusatorio che ha portato alla condanna di Dell'Utri in primo grado si è aggravato in appello: «Nella rinnovazione dell'istruzione sono comparse le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza che si integrano alla perfezione con le prove precedenti e tracciano un quadro preciso dei rapporti tra il senatore e i boss Graviano. Inoltre, in appello sono emersi ulteriori elementi che provano l'attitudine dell'imputato ad inquinare le prove». Secondo Gatto, «Se la giustizia è proporzionale, è giusto ricordare che la Corte d'Appello di Palermo ha inflitto 10 anni per infedeltà ad un ex rappresentante delle forze dell'ordine. E le infedeltà commesse da costui sono state commesse con modalità meno devastanti di quelle compiute da Marcello Dell'Utri». «Il procuratore generale ci ha aggiunto due anni di interessi, forse perchè dal primo verdetto sono passati 6 anni... Comunque, questa è la richiesta. Ora aspettiamo la sentenza». Così, il senatore Marcello Dell'Utri (Pdl) commenta la richiesta a 11 anni di carcere. Rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se nei suoi confronti ci fosse un “fumus persecutionis”, Dell'Utri ha replicato sorridendo: «Altro che fumus... Questo è un incendio!» Lo stesso Dell’Utri aveva affermato in vista del processo: «Sono entrato in politica e faccio il parlamentare solo per difendermi dai processi. Se non avessi problemi giudiziaria non lo avrei mai fatto. Questo significa che qualora le accuse dovessero cadere sarei disposto a lasciare l'incarico parlamentare».