Gli oranghi di Greenpeace contro Nestlè
Travestiti da oranghi, trenta attivisti di Greenpeace, hanno fatto irruzione all'assemblea generale di Nestlè a Losanna. Striscione alla mano, il gruppo si è introdotto nella sede della multinazionale, chiedendo di "dare un break anche alle foreste" e smettere di basare il profitto sull'abbattimento degli alberi e il cambiamento climatico. In particolare i dirigenti d'azienda sono stati sollecitati a "non utilizzare olio di palma proveniente dalla distruzione delle ultime foreste torbiere indonesiane mentre Pat Venditti, direttore della campagna Foreste di Greenpeace International, è salito sul palco e, preso il microfono, ha chiesto a Nestlè di escludere dall'intera filiera produttiva l'olio di palma del campione della deforestazione Sinar Mas". Chiara Campione, responsabile della campagna foreste di Greenpeace Italia, ha poi spiegato: "Chiediamo adesso e oggi a Nestlè di cambiare le proprie "KitKatstrofiche" politiche di acquisto. Procurandosi olio di palma e carta proveniente dalla deforestazione, Nestlè è causa di disastri ambientali come il cambiamento climatico e l'estinzione degli ultimi oranghi. Allo stesso tempo continua a perdere credibilità, non prendendo nessuna misura concreta nonostante le denuncie di Greenpeace e le richieste di centinaia di migliaia di consumatori. Per questo chiediamo all'intera assemblea degli azionisti di garantire che i prodotti Nestlè non siano contaminati da prodotti della Sinar Mas".