Calciopoli, Bergamo: "Uso troppo clamoroso di queste intercettazioni"

Monica Rizzello

"Ho ascoltato la telefonata e senza dubbio è la voce di Facchetti che dice ‘metti Collina’ e io gli confermo che sono quattro internazionali e gli faccio i nomi perché vogliamo essere garantisti al massimo. Ma è Facchetti a fare il nome di Collina". È questa l’interpretazione dell’ex designatore Paolo Bergamo, a proposito di quella che è stata definita "la madre di tutte le intercettazioni", quella tra lui e l’allora presidente dell’Inter, che la difesa di Luciano Moggi ha tirato in ballo ieri nell’udienza di Napoli. "Probabilmente si sta facendo un uso anche troppo clamoroso di queste intercettazioni - dice ancora Bergamo, commentando l’indignazione del figlio di Facchetti - ma se siano state manipolate non tocca a me dare una risposta, non sono state prodotte dalla mia difesa. In questa telefonata dice ‘metti Collina’ e io gli dico che abbiamo già fatto tutto". L'ex designatore si dice comunque "molto sorpreso e amareggiato di non aver potuto capire dove si possono prendere queste telefonate per poterle selezionare per onore della verità. Io ho sempre detto di parlare con tutti, non è disdicevole quello che ci diciamo con Facchetti tanto per fare un esempio, ma avrei preferito che le telefonate fossero selezionate anche dalla mia difesa". Tra le nuove intercettazioni c'è anche quella in cui Facchetti lo invita a passare dalla sede dell’Inter per ricevere un regalo di Moratti, il 23 dicembre 2004: "Non ricordo di essere passato da Moratti o da chiunque altro a prendere regali, ma era il periodo di Natale e d’abitudine tutte le società un pensierino lo facevano. Anche nella selezione delle prove ci vorrebbe un po’ più di bongusto. Il classico cadeau di Natale lo abbiamo ricevuto da tutti, non solo dall’Inter, erano cose nella norma". Per quanto riguarda la questione delle cene, invece, Bergamo spiega: "Non è una vergogna per me. Era il mio ultimo anno da designatore e con mia moglie avevamo concordato di invitare vecchi amici come Facchetti, Galliani, Moggi e Giraudo". L’ex designatore conferma che, in occasione della trasferta nerazzurra a Livorno, Facchetti accettò l’invito, così come i due allora dirigenti bianconeri a fine campionato, mentre l’ad del Milan rifiutò perché in quel periodo c'era l’elezione del presidente di Lega. "Se Moratti è mai venuto a cena da me? No, assolutamente. Ma sono stato invitato da lui in precedenza a Forte dei Marmi", conferma Bergamo, per il quale la giornata di ieri è stata comunque "positiva: sono emerse le verità che ho sempre detto e cercato di far capire ma non sono stato creduto. Sulla qualità delle telefonate messe a disposizione, confermo nel dire che un po’ di buon senso andrebbe usato in queste fasi cruciali".