La Lega dà la caccia ai clandestini in ospedale
Fuori i clandestini dagli ospedali. La battaglia della Lega torna di attualità, ed è già polemica. Un rappresentante del Carroccio alla Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia chiederà tramite una mozione di consentire al personale amministrativo nei Pronto soccorso di segnalare alle autorità competenti gli immigrati clandestini che vanno a farsi curare. "Se i medici non possono segnalare - spiega Danilo Narduzzi, capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale - non vedo perchè i clandestini debbano continuare a raggirare leggi di Stato, spadroneggiando sul territorio". Narduzzi, già noto alle cronache nazionali per aver proposto la regionalizzazione delle graduatorie degli insegnanti, precisa che, stando almeno alla mozione leghista, "gli immigrati irregolari continueranno ad essere curati negli ospedali della nostra Regione, ma il personale amministrativo a cui non verranno consegnati documenti d'identità e tessera sanitaria, dopo aver inviato il paziente dal medico, dovranno provvedere a segnalare la mancanza alle autorità competenti". Le reazioni - La prima scomunica è arrivata dal direttore di Migrantes. "Si tratta dell’ennesima provocazione che sarà archiviata come tutte le altre - afferma monsignor Giancarlo Perego, direttore generale dell’organismo che assicura assistenza religiosa ai migranti, italiani e stranieri - Una proposta che disconosce i diritti fondamentali delle persone e che non risolve la clandestinità". I precedenti - Già nel pacchetto sicurezza c'erano state un paio di proposte analoghe che chiedevano ai medici di denunciare i clandestini che si rivolgevano agli ospedali perché bisognosi di cure. Le proposte ovviamente furono stralciate in quanto improponibili e anticostituzionali. Oltre al fatto che il medico, in base al giuramento di Ippocrate, non può esimersi dall'obbligo di curare chiunque ne abbia bisogno. Pacchetto lavoratori stagionali - Il governo ha firmato oggi il decreto che consentirà ad 80mila lavoratori immigrati stagionali, impiegati per lo più in agricoltura, di entrare in Italia. Il governo chiude, invece, su un nuovo decreto flussi. "Stante la situazione di crisi economica e la perdita di posti di lavoro, non si prevede un nuovo decreto flussi - ha detto il ministro Maroni - Prima di fare entrare nuovi lavoratori stranieri bisogna fare sforzi per trovare il lavoro a chi è già in Italia e lo ha perso, sviluppare politiche attive di reinserimento".