A Bangkok la polizia spara sulla folla, almeno nove i morti
Sale a nove il bilancio dei morti - oltre a 500 feriti - degli scontri di oggi nella capitale thailandese Bangkok. Lo riferiscono fonti dei soccorsi. I soldati dell’esercito thailandese hanno aperto il fuoco contro le ‘Camicie rosse’, i sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra deposto in un golpe nel 2006, che da 8 giorni stavano occupando il centro di Bangkok. Lo riferiscono giornalisti presenti sul luogo. Tra le vittime quattro soldati e un giornalista giapponese dell’agenzia di stampa Thomson Reuters. l primo ministro tailandese Abhisit Vejjajiva ha detto stasera alla tv che non intende dimettersi, dopo i violenti scontri di oggi a Bangkok tra forze di sicurezza e manifestanti anti-governative che hanno fatto nove morti e almeno 500 feriti. Il messaggio del premier in Tv: non mi dimetto - Il primo ministro tailandese Abhisit Vejjajiva ha detto alla tv che non intende dimettersi. "Io e il mio governo continueremo a lavorare per risolvere la situazione", ha dichiarato. "Tutte le vittime dovranno essere oggetto di una inchiesta indipendente, condotta da personalità neutre e professionali", ha aggiunto. Le 'Camicie rosse', favorevoli all’ex premier in esilio Thaksin Shinawatra, manifestano dalla metà dello scorso mese per ottenere le dimissioni di Abhisit e l’indizione delle elezioni anticipate. I manifestanti anti-governativi accusano l’attuale premier di essere al servizio delle elite tradizionali della capitale. Il luogo degli scontri - Secondo quanto è stato finora divulgato, lo scontro è avvenuto vicino al ponte Phan Fah, nei dintorni del quartier generale dell’Onu. Dopo un primo tentativo di disperdere i dimostranti entrati nella base con gli idranti e i gas lacrimogeni, la polizia ha provveduto a chiudere le quattro stazioni della metropolitana vicine al luogo e ha sparato sulle camicie rosse. Le fonti mediche riferiscono che in seguito alla scontro 135 persone sono rimaste ferite, di cui una ventina dovrebbero appartenere alle forze dell'ordine. Sebbene le fonti ufficiali abbiano dichiarato che i militari abbiano risposto unicamente con proiettili di gomma ai lanci di molotov dei dimostranti, un giornalista australiano di Abc News Australia ha detto di essere stato colpito da un vero proiettile nel corso degli scontri. I portavoce delle forze armate hanno negato l'utilizzo di veri proiettili, se non per sporadici spari in aria, ma diversi manifestanti sostengono il contrario, tesi avvalorata dal ferimento del giornalista. Intanto centinaia di dimostranti si sono riuniti oggi presso la sede della tv satellitare Thiacom, che dista circa 60 chilometri dalla capitale, dopo che le autorità hanno nuovamente sospeso le trasmissioni dell’emittente con l’accusa di fomentare i disordini. Il canale era già stato oscurato in precedenza, ma i sostenitori di Thaksin Shinawatra, dopo aver assaltato la sede della Thiacom, erano riuscita a far riprendere le trasmissioni.