Napolitano: "Le riforme sono imminenti"
"E' augurabile che si esca al più presto da anticipazioni e approssimazioni che non si sa a quali sbocchi concreti, a quali proposte impegnative, a quali confronti costruttivi possano condurre". A parlare è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato è tornato sul tema delle riforme nel corso di un incontro con i rappresentanti delle categorie economiche e sociali della provincia di Verona. Per Napolitano "ci sono punti importanti di riforma già da tempo apparsi largamente condivisi: sarebbe realistico e saggio non mettere a rischio e non tenere in sospeso quelle convergenze ma mirare a tradurle, in tempi ragionevoli, in dei corposi risultati". "Si possono legittimamente sollevare, certo, altri problemi, riaprire capitoli complessi e difficili, come quelli di una radicale revisione della forma di governo, su cui negli ultimi 15 anni non si sono però delineate soluzioni adeguate e politicamente praticabili – continua il Presidente della Repubblica - Ma è bene tenere conto dell’esperienza, dei tentativi falliti, delle incertezze rivelate anche dalla discontinuità della discussione su taluni temi accantonati per molti anni". Del resto, a Napolitano è chiaro che si parla da tempo, "e in particolare in questi giorni", di "riforme istituzionali e costituzionali già mature", ma non è serio intraprendere questo cammino a forza di "anticipazioni e approssimazioni". Il Presidente Napolitano ha totalmente ragione, e il suo richiamo va nella direzione seguita dal presidente Berlusconi e dall’alleanza Pdl-Lega" assicura il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone: "Governo e maggioranza - spiega - sono impegnati a riforme complessive, e non certo a spizzichi e bocconi, e a un rinnovamento incisivo, sia sul versante istituzionale, sia su quello economico e sociale, sia su quello della giustizia. Gli elettori hanno a grande maggioranza nel 2008 sostenuto Silvio Berlusconi e un programma di profondo rinnovamento liberale: a ciò ci sentiamo vincolati, esattamente in sintonia con il monito del Quirinale. Ora c'è da augurarsi che la parte riformista e ragionevole dell’opposizione non abbia paura e voglia dare il proprio contributo, affrancandosi dalle componenti massimaliste, giustizialiste e inutilmente dedite a seminare divisione".