Legami strategici tra Putin e Chavez

Eleonora Crisafulli

Venezuela e Russia «non stanno costruendo un'alleanza contro gli Stati Uniti. Non ci interessa cosa pensi Washington». La precisazione arriva dal presidente venezuelano, Hugo Chavez, durante la sua conferenza stampa congiunta a Caracas con il  Vladimir Putin. Con la visita del premier russo, infatti, si rafforza l'alleanza strategica tra Venezuela e Russia. Hugo Chavez durante un consiglio dei ministri in diretta tv, ha elencato gli accordi tecnologici, militari, alimentari ed accademici che ha firmato con Putin, definendo storica la giornata di ieri: «Stiamo forgiando un mondo nuovo, multipolare. Non faremo la bomba atomica, ma svilupperemo con Mosca anche l'energia nucleare per fini pacifici. Continueremo a rafforzare il fattore difesa e sicurezza». Acquisto d'armi - Chavez oggi tranquillizza Obama sul patto di sicurezza tra i due Stati, visto che, tra il 2005 ed il 2007, ha siglato contratti per 4 miliardi di dollari per acquistare caccia Sukhoi, elicotteri e Kalashikov e, tempo fa, ha ottenuto un credito per 2 miliardi per comprare blindati e sistemi antiaerei. Adesso l'accordo prevede solo «modesti» acquisti di armi da Mosca per soddisfare le esigenze minime della difesa venezuelana. Il nucleare - A proposito del nucleare il presidente venezuelano ha parlato di un «primo progetto per un generatore di energia nucleare (in Venezuela), ovviamente a scopi pacifici». Nel settore petrolifero invece verranno investiti 20 miliardi di dollari in 40 anni per la nascita di una nuova compagnia detenuta per il 60% dal Venezuela e dal 40% da un consorzio di imprese russo in grado di produrre 450mila barili di greggio al giorno, circa un quinto della produzione Opec, dal blocco 6 del bacino dell’Orinoco, nell’est del paese sudamericano. Nel consorzio russo cono presenti la Rosneft, la Lukoil, Gazprom, Tnk-Bp e Surgutneftgaz. Oltre alla possibilità di una banca bi-nazionale, ha anche parlato di una proposta russa per l'industria spaziale, una rampa per satelliti e una fabbrica, «pur se lo stiamo già facendo con la Cina». Più o meno a quanto punta anche il boliviano Evo Morales. Insomma ancora più allarme per Washington ed il suo «giardino retrostante». D'altra parte anche Pechino non sta a guardare. Il 17 aprile il presidente cinese Hu Hintao visiterà Caracas. Proveniente da Brasilia - da dove poi si recherà in Cile - dove parteciperà ad un vertice del Bric (Brasile, Cina, India e Russia).