Di Pietro quasi padano

Monica Rizzello

Intervistato dalla Padania, Antonio di Pietro si lascia andare: occorre scegliere entro l'anno il candidato premier alle politiche del 2013 e serve un «nuovo Pd». Il fondatore dell’Idv parla del futuro del centrosinistra, escludendo una sua candidatura, ma bocciando anche l'ipotesi di affidare la premiership a Bersani o altri esponenti attuali del centrosinistra. Di Pietro inizia analizzando il voto: “Ho riconosciuto da subito la vittoria della coalizione di centrodestra e la sconfitta delle sinistre. È un elemento di chiarezza dal quale si può partire senza falsi alibi. Ho sentito analisti che si attaccano ai numeri per dire che magari non hanno perso. Ma vince chi governa e il resto sono chiacchiere”. “L'errore di fondo, e noi dell'Idv l'avevamo detto da prima anche se non ci consola, è non aver avuto il coraggio nel dare leadership alle candidature lasciando alle lotte intestine locali e ai cacicchi locali chi doveva candidarsi”, sottolinea il leader dell'Idv. “Noi - prosegue - oggi riconfermiamo il bipolarismo e l'appoggio alla coalizione riformista però non intendiamo stare più a guardare per accontentarci di candidature di risulta. Da oggi noi dell'Idv lavoreremo per assumere un ruolo fondamentale per questa coalizione riformista in vista delle elezioni 2013 alle quali non dobbiamo arrivare impreparati”. “Il candidato premier - afferma - dovrà essere individuato entro l'anno. Dal primo maggio parte la nostra campagna di ascolto con i banchetti nelle piazze. Noi abbiamo gi stampato 150 mila copie della bozza del nuovo programma e aperto 4 linee nuove su Facebook. La carovana cammina”. Alla domanda se intenda o meno candidarsi come nuova guida, risponde: “Non corro per la leadership. Io sono un soldato, non un generale. Sono disponibile per ciò che è di mia competenza. Ma credo che serva un soggetto al di fuori delle logiche attuali”. Non sarà contento Bersani, ma “nessuno dei leader di centrosinistra, nemmeno Bersani” è adatto a questo ruolo. “Sul piano personale c'è stima e amicizia. Su quello politico dico che non può assumere il ruolo di capopartito di una volta”. “A livello locale - conclude il leader dell'Idv - il Pd è un califfato a sé. Bassolino docet. Tu oggi devi parlare con il Pd e dici: ma a chi mi devo rivolgere?”. Nonostante tutto il futuro dell’Idv è “con il Pd anche se è tutto da costruire. Deve nascere un nuovo Pd. Non può essere diversamente”. Duro con L’Udc, che “Hanno lo stesso potere di sottobosco a destra e a sinistra. Fanno mercato e cercano di stare con chi vince”.