Sivio: "Sono l'incubo della sinistra"
Dopo l'intervista al Tg5 di questa mattina, Berlusconi è intervenuto anche da Bari, dove si sta svolgendo in questi minuti il comizio del candidato Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese. I cavalli di battaglia sono sempre gli stessi. "Dettando temi e tempi della campagna elettorale la magistratura politicizzata di sinistra, i giornali e le televisioni ci hanno impedito di far conoscere l'azione buona a volte miracolosa del nostro governo", ha detto il premier. Parole particolarmente dure contro la Rai, che in quanto tv pubblica, secondo Berlusconi, si è comportata in modo barbaro e incivile. "Dovete dirmi in quale altra democrazia, in quale Tv di Stato, una tv pubblica pagata con i soldi di tutti, si possa essere sottoposti a processi senza dare la possibilità di difendersi di fronte alle terribili accuse del signor Travaglio". Un passaggio particolarmente caustico è quello che il premier ha riservato al quotidiano la Stampa. "Nel corso della campagna elettorale è stata inventata una nuova tangentopoli per quello che invece è un caso isolato". A questo proposito, Berlusconi, come aveva fatto martedì a Torino, punta l’indice sul quotidiano piemontese e dice: "Sapete cosa diceva un titolo della Stampa di Torino? Diceva Corruzione: cancro dell’Italia, così si dà addosso al nostro Paese per fargli fare brutta figura sulla base di una cosa inesistente". Intervista al Tg5 - La sinistra, da 16 anni a questa parte, ha un solo grande incubo e grande collante: questo incubo si chiama Silvio Berlusconi. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, nel corso di un'intervista telefonica al Tg5 “io provo ad essere questo incubo”, ha aggiunto Berlusconi, che poi ha concluso: “Ritengono che io abbia usurpato il loro potere”. Ma dall'altra il presidente della Camera, Gianfranco Fini frena: "Niente approcci propagandistici". "Quando si parla di riforme l’approccio non può essere di parte", Fini risponde al premier all'indomani della proposta di Silvio Berlusconi di fare i gazebo per scegliere tra l'elezione diretta del premier e il presidenzialismo. Inchieste a orologeria - “La magistratura di sinistra ha condizionato pesantemente la campagna elettorale con le solite inchieste a orologeria –spiega il premier -. Avremo vinto le elezioni regionali se il giorno dopo le elezioni la maggioranza degli italiani sarà amministrata da giunte di centrodestra”. Nel corso di un collegamento con il Tg5, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha negato che la vittoria sarà decretata da chi otterrà più regioni fra le 13 in cui si voterà. “Tenendo conto – spiega il premier - che in questi mesi abbiamo già vinto in Sicilia, Sardegna, Molise, Friuli e Abruzzo, in tutte le Regioni che abbiamo avuto da quando sono al Governo, io credo che vinceremo e ogni Regione strappata alla sinistra sarà per noi un grande successo”. Liste: “Hanno tentato di cancellarci” - Silvio Berlusconi torna sulla vicenda delle liste del Pdl in Lombardia e Lazio e spiega di essere sceso in campo nella campagna elettorale delle regionali perché “in oltre 60anni di storia repubblicana” non si era mai tentato di “cancellare l'avversario dalle elezioni”. “Hanno escluso la lista del Pdl a Roma e hanno cercato di fare lo stesso a Milano”, ha sostenuto il presidente del Consiglio nel corso del collegamento telefonico con il Tg5. “In questo modo - ha aggiunto - ci hanno impedito di presentare sia i successi del governo che i programmi per le regioni e la sinistra ha tutto l'interesse a non parlare dei fatti concreti perché i paragoni fra i successi delle nostre giunte e i fallimenti delle regioni rosse sarebbe stato impietoso e schiacciante”. “Quindi - ha proseguito il premier - io, per ristabilire la verità, ho deciso di cambiare la mia decisione che era stata quella di non intervenire in campagna elettorale e di rivolgermi agli italiani. A spingermi direi che è stata proprio la sinistra, proprio perché non avevano altro da dire se non rifugiarsi nell'antiberlusconismo di piazza e nelle aggressioni giudiziarie... Non si era mai visto in oltre 60anni di storia repubblicana cancellare l'avversario dalle elezioni avevo il dovere di reagire e ho spiegato come sono andate le cose e ho chiamato gli italiani a una scelta di campo: o con noi o con questa sinistra ammanettata a Di Pietro e incapace di governare”. Vinceremo nel Lazio – “Sono sicuro che il Pdl possa prevalere nel Lazio. I cittadini hanno capito, sono persone di buon senso che tengono gli occhi aperti, e voteranno la Polverini. Votare per lei, mettendo una croce sul suo simbolo e il suo nome, sarà come votare per il Pdl. Renata ha tutte le caratteristiche per vincere perchè viene dal mondo del lavoro e non della politica di professione e, a differenza della Bonino, ha sempre difeso la famiglia e i più deboli e ha a cuore la sicurezza e il contrasto della criminalità, ma soprattutto agirà in collaborazione con il governo, portando nel Lazio sviluppo e lavoro, disponendo nella sua giunta di una squadra nuova e competente, mentre la sinistra schiera gli stessi uomini della giunta Marrazzo, che è quella giunta travolta dal malgoverno e dagli scandali”. “Astensionismo? Lo sogna la sinistra” – “L'astensionismo se lo sogna e se lo augura la sinistra, perché se ne è sempre avvantaggiata. Ma non credo che ci sarà, perché gli italiani sono persone di buon senso, hanno gli occhi aperti e sanno cosa succederebbe se la sinistra andasse al governo”. Il monito di Fini - Secondo il presidente della Camera, l’approccio "non può essere legato al vantaggio legittimo ma di parte di questa o quella forza politica". "L’approccio quando si parla di riforme non può che essere finalizzato a uno spirito costituente, deve cioè avere come obiettivo l’interesse generale, il bene comune, nel rispetto ovviamente della dialettica fra le forze politiche e le culture politiche, con il dichiarato intento di garantire che la carta costituzionale riformata rappresenti una garanzia per la casa di tutti gli italiani, non soltanto di quelli del sud o del nord, ma anche di quelli che legittimamente votano per questa o quella forza politica", ha quindi concluso Fini secondo il quale "in questa fase turbolenta siano concetti che debbano essere ripetuti o comunque concetti che devono essere tenuti ben presenti almeno dalle istituzioni".