Regionali, nuovo richiamo dei vescovi

Eleonora Crisafulli

Il rispetto della vita umana e il diritto al lavoro sono entrambi "valori che non possono essere selezionati secondo la sensibilità personale, ma vanno assunti nella loro integralità". Lo afferma, in vista del voto delle Regionali, il cardinale Angelo Bagnasco firmatario di un comunicato dei vescovi della Liguria. Tornando sulla questione sollevata ieri, il presidente della Cei, corregge l'intervento, spiegando che nella valutazione dei cattolici i valori legati alla bioetica non possono essere divisi da quelli relativi ad aspetti sociali come l'accoglienza agli immigrati o il diritto alla casa. Nel testo si legge: "Nell'approssimarsi della consultazione elettorale - diritto e dovere di ogni cittadino - desideriamo rivolgere ai fedeli e a tutti gli abitanti della nostra regione Il criterio guida è l'impegno di assicurare pieno rispetto dei valori che esprimono le esigenze fondamentali della persona umana e della sua dignità, valori che sono la condizione e il fondamento di una società  solidaleuna parola che possa favorire la riconciliazione e il discernimento. Il criterio guida per un sapiente discernimento tra le diverse rappresentanze è l'impegno programmatico, chiaramente assunto, di assicurare il pieno rispetto di quei valori che esprimono le esigenze fondamentali della persona umana e della sua dignità, valori che sono la condizione e il fondamento di una società veramente solidale". L'intervento di Versali - “I vescovi non devono dare indicazioni di voto, ma solo indicare i valori di riferimento ai credenti”. La precisazione arriva da mons. Giuseppe Versali, vescovo di Alessandria, molto vicino al Segretario di Stato Tarcisio Bertone. In una riflessione sulle prossime elezioni regionali pubblicata dal giornale della diocesi,  “La Voce alessandrina”, Versali spiega che “il credente deve innanzitutto assumere i valori che sono a fondamento della vita sociale nella loro  integralità, evitando di enfatizzarne alcuni e dimenticarne altri; in  secondo luogo, nella sua attività politica, pur attingendo dalla fede  una luce che favorisce la conoscenza della verità, il cattolico deve saper tradurre i suddetti valori in argomentazioni di ragione per un confronto onesto e positivo anche con i non credenti”. I vescovi non devono dare indicazioni di voto, ma solo indicare i valori di riferimento ai credentiLa nota parte dal convincimento che “il vescovo non può e non vuole dare indicazione di voto, ma è suo dovere indicare i  criteri a cui i laici cattolici devono ispirarsi per tradurli poi in scelte di parte secondo la loro autonoma e responsabile vocazione laicale”. Infine, rivolgendosi ai politici, il vescovo afferma che la Quaresima è “tempo propizio per la conversione del cuore, che per i politici significa lasciare da parte ogni interesse personale per dedicarsi unicamente al bene di tutti. Una vocazione, questa, difficile e impegnativa, che dovrebbe trattenere dalla bramosia del successo e rendere più attenti a formarsi una coscienza retta e generosa prima di accedere ai posti pubblici”.