Matrimoni gay, la Consulta decidera' il 12 aprile
Grande attesa per l'udienza della Corte Costituzionale sui matrimoni tra persone dello stesso sesso. I giudici, riuniti in consiglio dalle stamattina, hanno deciso di aggiornare la seduta al 12 aprile. La Consulta infatti non deve esaminare solo il ricorso, per i gay ma altre nove udienze su vari argomenti. L'avvocatura dello Stato - Martedì 23 marzo è giunto il parere dell’avvocatura dello Stato, costituitasi in giudizio per la presidenza del Consiglio. L'avvocatura sostiene l’inammissibilità della questione e sottolinea che, nel caso di accoglimento da parte della Corte, si produrrebbe una "operazione di manipolatura del tessuto normativo" che compete al legislatore. Il Parlamento, secondo l'Avvocatura dello Stato, è l'unica istituzione che può intervenire legiferando in tema di matrimonio, che resta l'unione di un uomo e di una donna. I diritti dell'uomo - Sul sito Arcigay si legge: "Il 23 marzo la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla costituzionalità di alcune norme del Codice Civile (Articoli 93, 96, 98, 107, 108, 143, 143-bis, 156-bis) che, in materia di matrimonio e famiglia, nel riferirsi genericamente a “marito” e “moglie”, discriminano le coppie di persone dello stesso sesso. È da sottolineare che in Italia non esiste una definizione legale di matrimonio, né un divieto espresso al matrimonio tra persone dello stesso sesso, né la differenza di sesso è esplicitamente richiesta quale condizione per contrarre matrimonio. Al contrario sono molti i principi costituzionali che ammoniscono contro l’esclusività del paradigma eterosessuale del matrimonio civile. Tra i più importanti la tutela della dignità di ognuno di cui all’art. 2, quindi il principio imperativo di uguaglianza, affermato dall’art. 3, infine le disposizioni della Carta di Nizza, patrimonio anche dell’Italia grazie all’art. 117. Inoltre il diritto a sposarsi è sancito nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, dalla Carta Europea dei Diritti dell’Uomo e dalla Carta di Nizza".