Il Papa ai pedofili: "Ne risponderete davanti a Dio e ai Tribunali"

Eleonora Crisafulli

"Cari fratelli e sorelle della Chiesa in Irlanda, è con grande preoccupazione che vi scrivo come Pastore della Chiesa universale. Come voi, sono stato profondamente turbato dalle notizie apparse circa l'abuso di ragazzi e giovani vulnerabili da parte di membri della Chiesa in Irlanda, in particolare da sacerdoti e da religiosi". Inizia così la lettera di Benedetto XVI indirizzata ai cattolici irlandesi e presentata oggi dalla sala stampa della Santa Sede. Il pontefice interviene avendo considerato "la gravità di queste colpe e la risposta spesso inadeguata ad esse riservata da parte delle autorità ecclesiastiche nel vostro Paese". Alle vittime - A nome della Chiesa esprimo apertamente la vergogna e il rimorso che tutti proviamoAlle vittime degli abusi, il Papa scrive: "A nome della Chiesa esprimo apertamente la vergogna e il rimorso che tutti proviamo. Avete sofferto tremendamente e io ne sono veramente dispiaciuto. So che nulla può cancellare il male che avete sopportato. È stata tradita la vostra fiducia, e la vostra dignità è stata violata. Molti di voi avete sperimentato che, quando eravate sufficientemente coraggiosi per parlare di quanto vi era accaduto, nessuno vi ascoltava. Quelli di voi che avete subito abusi nei convitti dovete aver percepito che non vi era modo di fuggire dalle vostre sofferenze".  Dopo aver provato simili sofferenze, "è comprensibile che voi troviate difficile perdonare o essere riconciliati con la Chiesa. So che alcuni di voi trovano difficile anche entrare in una chiesa dopo quanto è avvenuto". Il Papa esorta comunque a non perdere la speranza e affidarsi al potere risanatore di Gesù, "egli stesso vittima di ingiustizia e di peccato". La delusione - Maeve Lewis, direttore del gruppo "One in Four", che rappresenta alcune dei minori abusati sostiene che le vittime sono deluse dal messaggio di Benedetto XVI, che, troppo concentrato sulle colpe dei singoli preti, non riconosce le responsabilità del Vaticano e non chiede le dimissioni del primate d’Irlanda, il cardinale Sean Brady, al centro delle polemiche per non aver denunciato gli abusi di un prete pedofilo 35 anni fa. Ai pedofili - Ratzinger non si rivolge solo ai fedeli, ma una pesante accusa si leva contro i preti pedofili e I pedofili risponderanno degli abusi davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituitila loro ignobile condotta morale: "Avete perso la stima della gente dell'Irlanda e rovesciato vergogna e disonore sui vostri confratelli. Quelli di voi che siete sacerdoti avete violato la santità del sacramento dell'Ordine Sacro, in cui Cristo si rende presente in noi e nelle nostre azioni. Insieme al danno immenso causato alle vittime, un grande danno è stato perpetrato alla Chiesa e alla pubblica percezione del sacerdozio e della vita religiosa". I pedofili risponderanno degli abusi "davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti". Guarigione e rinnovamento - Infine un'esortazione "a riflettere sulle ferite inferte al corpo di Cristo, sui rimedi, a volte dolorosi, necessari per fasciarle e guarirle, e sul bisogno di unità, di carità e di vicendevole aiuto nel lungo processo di ripresa e di rinnovamento ecclesiale". Nei giorni scorsi il papa aveva chiesto ai fedeli di leggere la lettera "con cuore aperto e in spirito di fede", nella speranza che "essa aiuterà un processo di pentimento, guarigione e rinnovamento". Una pagina online sulla pedofilia - Sulla homepage del sito del Vaticano, è stata inserita una nuova sezione dedicata allo "scandalo pedofilia". Sotto il titolo "Lettera ai cattolici d’Irlanda", è presente anche un video sulla missiva e una nota del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Tra i documenti: gli interventi di Benedetto XVI sulla pedofilia (Australia, Usa), un discorso di Giovanni Paolo II sugli Stati Uniti, e recenti interventi (diocesi di Monaco di Baviera, intervista di mons. Charles J. Scicluna, di mons. Giuseppe Versaldi, del presidente dei vescovi tedeschi, mons. Robert Zollitsch), nonché il documento "Crimen sollicitationis" del 1962.