Boy Scouts d'America, scandalo pedofilia
Lo scandalo pedofilia di allarga e tocca anche i Boy Scouts. Sembrerebbe infatti che i Boy Scouts d'America, l'associazione a cui fanno capo decine di migliaia di gruppi di boyscout legati negli Usa a varie chiese, abbiano tenuto per anni un archivio segreto circa gli abusi sessuali accaduti all'interno dei loro gruppi. L'archivio sarebbe registrato come “perversion files”, e riguarderebbe tutti i casi di molestie sessuali avvenuti nell'ambito dell'associazione. Lo denuncia un avvocato americano, Kelly Clark, nell'ambito di un processo per pedofilia in corso a Portland, in Oregon. Nel processo, Clark difende un uomo di 37 anni che accusa un ex capo scout di averlo molestato sessualmente all'inizio degli Anni Ottanta, quando era un ragazzo. Il capo scout, Timur Dykes, è già stato condannato in altre tre occasioni per molestie sessuali avvenute tra il 1983 e il 1994. Ha ammesso davanti al vescovo mormone Gordon McEwen, di aver abusato nel corso degli anni di 17 bambini. L'avvocato ha affermato in aula, esibendo almeno un migliaio di documenti in tal senso, che i Boy Scouts d'America dagli Anni Ottanta hanno deliberatamente ignorato le segnalazioni ricevute circa molestie sessuali verificatesi al loro interno: «I Boy Scouts d'America hanno ignorato i chiari segnali di casi di boy scout che venivano abusati» ha dichiarato. Il legale dei Boy Scouts d'America, Charles Smith, non ha negato l'esistenza dell'archivio segreto, limitandosi però a precisare che i dossier sono stati tenuti riservati, perché «erano pieni di informazioni confidenziali». Il portavoce dei Boy Scouts d'America, Deron Smith, ha diffuso una dichiarazione precisando che l'associazione non può commentare i dettagli di un caso specifico. «Purtroppo l'abuso di minori è un problema sociale e non ci sono metodi sicuri per scoprire i molestatori e prevenire eventuali casi» ha dichiarato.